Sarà per questo che sono diventate le mie letture predilette; come tutti, come molti, probabilmente come te, io non ho fatto mai un percorso di vita lineare.
Non ne parlo mai nel dettaglio, perché penso che un po’ di discrezione, anche fra chi cerca di fare ricerca e divulgazione esponendosi un po’ anche personalmente in questi luoghi virtuali, una debba coltivarsela. Prediligo i blog e chi ci scrive e non amo molto i social, proprio perché sono meno invasivi della nostra vita e nel contempo permettono di condividere, di esprimerci, di pensare. Però forse sbaglio; forse la mia fiaba personale andrebbe raccontata, perché le storie più incredibili, probabilmente sono anche le più utili. E magari un giorno, a modo mio, con discrezione, te la racconto.

In questo momento in cui le bollette fatico effettivamente a pagarle, sto facendo il classico bilancio di vita e più penso alle mie esperienze passate, più mi rendo conto che mi son successe un sacco di cose che si potrebbero definire delle vere e proprie “vicende fiabesche“; intendo dire che come sai, anche ai protagonisti delle fiabe, succede sempre di tutto e, soprattutto l’esordio, non è mai nulla di buono, se ci fai caso.
Nulla di ciò che accade ai protagonisti delle fiabe, è semplice e lineare. Se così fosse, che storie sarebbero?! A nessuno piacerebbero più, nessuno le leggerebbe, nemmeno i bambini. Una vera storia comincia quando il gioco si fa duro; è così che funziona. Davvero; sembra che eroi ed eroine delle fiabe, di tutte le Vere Fiabe, siano completamente sotto il giogo della sfiga più nera, fin dalla più tenera età. E io, come forse fai anche tu, non posso che immedesimarmi.

Di solito sono orfani di uno dei due genitori, o di entrambi, o hanno dei genitori che preferiscono abbandonarli nei boschi, piuttosto che trovare un modo per sfamarli. Spesso la figura del padre è assente, o se c’è, è un pessimo padre. Di solito la figura della madre è assente, o se c’è, è una pessima madre, o addirittura una matrigna terrificante. Niente è semplice e niente è scontato per il protagonista, o per la protagonista di in una Vera Fiaba. Forse per questo Calvino disse che “Le fiabe sono vere”, perché niente come le fiabe, come i miti, ci raccontano di noi stessi, di quello che davvero siamo, di come affrontiamo il quotidiano, la vita, il dolore, la paura, la morte, l’indigenza e la malattia. Pensa al Mito di Orfeo e del suo amore; la driade Euridice, ad esempio.

Lui che riesce a portarla fin quasi fuori dal regno dei morti e che per un momento di debolezza, si gira, la guarda e la perde per sempre, nuovamente… solo perché non è riuscito a resistere, “ad avere fiducia fino in fondo”. Perché se Orfeo non si fosse girato, se avesse obbedito all’ordine di Ade, Euridice sarebbe potuta ritornare al mondo dei vivi e stare con lui; avrebbero potuto amarsi, probabilmente per sempre. Invece lui, si gira, la guarda, e così la perde, perde il suo Amore. Che cosa c’è di più disperatamente triste di una storia che sta per sfiorare la felicità dopo lunghi patimenti, ma che non riesce a compiersi, per mancanza di fede?!!
La fede, non è un dono scontato; io questo lo so bene e probabilmente, forse, lo sai bene anche tu. Occorre saper tenere fermi i propositi, occorre essere saldi, soprattutto quando la strada si fa estremamente ardua e difficile. Anche quando si attraversa il Regno della Morte, mentre continui a morire, anche più volte. E ad ogni morte devi trovare la forza di rinascere e andare avanti. Occorre saper controllare il pensiero e non lasciare che vada alla deriva, verso gli scogli insidiosi del dubbio, dell’incertezza, della paura. Occorre amare alla follia l’immaginazione, perché ti porta lontano dai baratri oscuri e ti permette di trovare la Luce.
Occorre accogliere il meglio, saperlo vedere, giorno dopo giorno, ora dopo ora, mentre tutto attorno sembra invece sgretolarsi e caderti addosso in uno scenario di tetra fuliggine e funebre paesaggio. Occorre rendersi conto che come i protagonisti delle fiabe, nonostante tutto, tu sei lì in mezzo a un’avventura che ti chiede tutta la tua concentrazione, tutta la tua energia e tutta la forza che ti porti in corpo e nell’anima, per poter fare le cose giuste, senza farti sviare dalle tue debolezze, dalle matrigne che ti porti dentro, dalla paura che ti attanaglia se la lasci fare; occorre seguire i tuoi propositi, farti guidare dall’istinto salvifico che ti porta fuori dalla caverna.

La vita è un viaggio meraviglioso ed estremamente complesso ed appassionante; ma è anche altrettanto doloroso; il più delle volte, la vita è proprio come accade nelle fiabe. Ti devi rotolare nella cenere per un po’ di tempo, pensando che quel poco calore che ti arriva dai residui di un fuoco spento, ti bastino per sentirti viva; solo quando ti rendi conto che la cenere non ti basta, che non ti maschera abbastanza per evitarti di vedere quella che realmente sei, decidi di muoverti, di fare qualche cosa affinché la situazione cambi. Prima o poi scatta qualcosa che ti fa decidere di muoverti.
Ma devi morire nella cenere innumerevoli volte, prima di capire che cosa è meglio fare per te stessa; ti devi far soffocare da un laccio che ti toglie il fiato per la paura e il terrore; devi farti raccontare storie fasulle da una vecchia megera invidiosa, che non si fa scrupoli ad avvelenarti i pensieri con un pettine, o a spegnerti l’anima con una mela avvelenata da una conoscenza fatta di informazioni fasulle. Ma quanto sono vere, le fiabe!!!?? E come si fa a non rendersene conto?!!!
Come ti narrano la tua morte, o le tue innumerevoli morti auto indotte, così ti dicono che cosa va fatto per vincere il mostro, per sconfiggere il drago, per uscire dall’indigenza, per riprenderti l’amore, la vita felice, la contentezza di esistere e la prosperità che già ti porti dentro. E mai come in questo momento, io ho amato questi testi, perché mai come in questo momento di estrema e concreta difficoltà, ne comprendo il messaggio profondo e reale.
I riflessi che queste narrazioni permettono di ottenere sullo specchio della mia anima, mi risollevano da un tugurio dove altrimenti la luce del sole non sarebbe arrivata mai. E invece sono uno specchio che porta luce e la diffonde ovunque, dentro, rischiarando anche gli anfratti dell’ ombra che altrimenti non verrebbero mai messi in luce. Le fiabe permettono di riconoscermi, di non mentire, di essere onesta e vera con me stessa.

Questo è un servizio che ha un grande valore e che le fiabe ed i miti (e chi li ha trascritti per noi) ci fanno… che fanno a chi li vuole accogliere e comprendere. Nulla dà più forza della consapevolezza di ciò che realmente siamo e delle potenzialità infinite che albergano in noi, in ognuno di noi!!! Le fiabe finiscono sempre bene per un unico motivo: i protagonisti di una fiaba, non si fermano, non aspettano, non dormono in eterno, ma ad un certo punto si svegliano e si mettono a fare i re e le regine delle loro vite. Diventano imperatori e imperatrici della propria personale esistenza… eppure, partono tutti con il culo per terra, mi si perdoni il francesismo. Nessuno di loro, nessuna principessa se la passa bene prima di diventare regina. Nessuna. La discriminante è che nessuno di loro, si lascia vivere.
Quel che permette loro di arrivare al regno dove vivono felici e contenti è L’AZIONE. Ci arrivano soffrendo, mica subito e mica con una passeggiata di salute. Soprattutto quando il gioco si fa estremamente duro, il messaggio di fondo è questo: occorre svegliarsi e muoversi e riprendersi il regno che ti appartiene. Ognuno ha il proprio regno da gestire, ad ognuno compete la responsabilità del proprio mondo! A tutti i guerrieri e a tutte le principesse sui quali, forse come per me in questo momento, vi è l’Ombra che incombe per prendersi tutto, io dico di procedere, di non mollare, di non avere paura di una narrazione fasulla, sussurrata all’orecchio da una vecchia megera, o da un mago malefico riflessi sulla roccia della nostra caverna; io dico di essere saldi nella fede, di non guardare indietro, di procedere e andare dritti, fino alla fine della caverna, fino alla luce che permetterà di vivere l’Amore tenendo ben salda la mano della propria Euridice, senza voltarsi, che non c’è bisogno di temere, di non credere. Lo dico con l’Amore che io stessa so di portarmi fino all’uscita. Lo dico con la fiducia cieca che provo per chi è sveglio; il Regno è vicino e nessuno deve temere nulla.

Se Biancaneve, Cenerentola e Raperonzolo non avessero agito in questo modo, se la Principessa non avesse baciato il ranocchio, starebbero ancora tutte lì a sonnecchiare, con una mela avvelenata in bocca e un cellulare in mano, a cantare la canzoncina di Barbie Girl affacciate alla finestra di una torre senza uscita… e sarebbero ancora lì, come morte, come tanti.

mi aiuti a continuare a la mia ricerca e a postare contenuti come questo.

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