Vi devo avvertire che questa versione di Pollicino è molto diversa da quella che forse la maggior parte delle persone conosce; qui non ci sono stivali delle sette leghe, non ci sono orchi e orchesse, ma solo Pollicino, che affronta diverse vicissitudini e viene mangiato un po’ da tutti. 😉🌻🌻

C’era una volta un povero contadino che una sera se ne stava seduto accanto al focolare ad attizzare il fuoco, mentre sua moglie filava. A un certo punto disse: -Com’è triste non aver bambini! E’ così silenziosa la nostra casa, mentre dagli altri c’è tanto baccano e tanta allegria!-.

-Sì- rispose la donna sospirando -fosse anche uno solo e pure piccolissimo, non più grande di un pollice, sarei già contenta, e gli vorremmo un gran bene.

– Ora avvenne che la donna incominciò a star male, e dopo sette mesi diede alla luce un bambino, perfettamente formato, ma non più grande di un pollice. Allora essi dissero:

-E’ proprio come lo abbiamo desiderato, e sarà il nostro caro figlioletto-

e, dalla statura, lo chiamarono Pollicino. Non gli lesinarono il cibo, tuttavia il bimbo non crebbe e rimase com’era al momento della nascita.

E aveva uno sguardo intelligente e si mostrò ben presto un ometto attento e giudizioso, che riusciva in tutto quello che intraprendeva. Un giorno il contadino si preparava ad andare nel bosco a tagliar legna, e mormorò: -Se ci fosse qualcuno che venisse a prendermi con il carro!-.

-Oh babbo- esclamò Pollicino -lo farò io; il carro sarà nel bosco a tempo debito.- L’uomo si mise a ridere e disse:

-Com’è possibile? Sei troppo piccolo per guidare un cavallo con le redini-.

-Non fa niente, babbo, se la mamma vuole attaccarlo, mi metterò nell’orecchio del cavallo e gli suggerirò dove deve andare.-

-Be’- rispose il contadino -proviamo, per una volta.- Quando giunse l’ora, la madre attaccò e mise Pollicino nell’orecchio del cavallo, e il piccolo gli gridava dove doveva andare:

-Uh e oh! a destra e a sinistra!-. Tutto andò regolarmente come se ci fosse stato un cocchiere, e il carro se ne andava dritto verso il bosco. Ora avvenne che a una svolta, mentre il piccino gridava: -A sinistra!- passarono di lì due forestieri.

-Dio mio!- disse l’uno -che è mai questo? C’è un carro e un carrettiere invisibile guida il cavallo!-

-C’è qualcosa che non va- disse l’altro -seguiamolo e vediamo dove si ferma.- Intanto il carro andò dritto nel bosco dove spaccavano la legna. Quando Pollicino scorse suo padre, gridò:

-Hai visto, babbo, eccomi qui con il carro, adesso mettimi giù-. Il contadino afferrò il cavallo con la sinistra, e con la destra tirò giù dall’orecchio il suo figlioletto, che tutto allegro si mise a sedere su di un fuscello di paglia. Quando due forestieri videro Pollicino, ammutolirono dallo stupore L’uno prese l’altro in disparte e disse:

-Ascolta, quell’omuncolo potrebbe fare la nostra fortuna, se lo faremo vedere a pagamento in una grande città: compriamolo!-. Si avvicinarono al contadino e dissero:

-Vendeteci l’omino, lo tratteremo bene!-. -No- rispose il padre -non venderei la radice del mio cuore per tutto l’oro del mondo.-

Ma Pollicino, udito l’affare, gli si arrampicò su per le pieghe del vestito, si mise sulla sua spalla e gli sussurrò all’orecchio:

-Babbo, vendimi pure, tanto ritornerò da te-.
Allora il padre lo diede a quei due per una bella moneta d’oro. -Dove vuoi metterti?- gli chiesero.

-Ah, posatemi sulla tesa del cappello; là potrò andare su e giù come in una galleria, e ammirerò il paesaggio.

– Lo accontentarono e quando Pollicino ebbe preso congedo dal padre, se lo portarono via. Camminarono fino all’imbrunire, allora il piccino disse:

-Tiratemi giù, ne ho bisogno-.

-Rimani pure li- rispose l’uomo che lo portava sul suo cappello

-non m’importa; anche gli uccelli lasciano cadere qualcosa ogni tanto.-

-No- disse Pollicino -so quel che si conviene; tiratemi giù, presto!- L’uomo si tolse il cappello, e mise il piccino in un campo lungo la strada; e quello si addentrò un poco fra le zolle qua e là; poi d’un tratto s’infilò in una tana di sorcio, che aveva cercato apposta.

-Buona sera, signori, andatevene pure senza di me!- gridò loro.

Quelli corsero e frugarono la tana con i bastoni, ma era fatica sprecata:

Pollicino strisciava sempre più giù, e siccome presto fu notte fonda, dovettero andarsene pieni di rabbia e con la borsa vuota. Quando Pollicino si accorse che se ne erano andati, venne fuori dalla galleria sotterranea.

-E’ pericoloso camminare per i campi al buio- disse -è così facile rompersi l’osso del collo!- Per fortuna s’imbatté‚ in un guscio di lumaca:

“Sia lode a Dio!” pensò. “Qui posso pernottare al sicuro!” e vi entrò. Poco dopo, mentre stava per addormentarsi, sentì passare due uomini, uno dei quali diceva: -Come faremo a rubare l’oro e l’argento del ricco parroco?-.

-Potrei dirtelo io- gridò subito Pollicino.

-Cos’è stato?- esclamò uno dei ladri, spaventato. -Ho sentito qualcuno parlare.- Si fermarono in ascolto e Pollicino tornò a dire: -Prendetemi con voi, vi aiuterò-.

-Dove sei?- -Cercate per terra e ascoltate da dove viene la voce- rispose.

Finalmente i ladri lo trovarono e lo sollevarono.

-Ma come vuoi aiutarci tu, piccolo vermiciattolo!- dissero.

-Guardate- egli rispose -entro dall’inferriata nella camera del parroco e vi sporgo fuori quello che volete.-

-Be’- dissero quelli -vedremo cosa sei capace di fare.-

Quando arrivarono alla parrocchia, Pollicino si introdusse nella camera, ma gridò subito a squarciagola: -Volete tutto quello che c’è qui?-. I ladri dissero, spaventati:

-Parla piano, che nessuno ti senta!-. Ma Pollicino finse di non aver capito e gridò di nuovo:

-Cosa volete? Volete tutto quel che c’è?-. L’udì la cuoca che dormiva nella stanza accanto, e si rizzò a sedere sul letto in ascolto. Ma per lo spavento i ladri erano corsi dietro un pezzo; finalmente ripresero coraggio e pensarono:

“Quel piccoletto vuole prendersi gioco di noi.” Tornarono e gli sussurrarono: -Adesso fa’ sul serio e dacci qualcosa-.

E di nuovo Pollicino gridò più forte che pot‚: -Vi darò tutto; porgete soltanto le mani!-.

La donna che stava ad ascoltare l’udì distintamente, saltò giù dal letto ed entrò inciampando nella stanza. I ladri scapparono precipitosamente, come se avessero il fuoco alle calcagna; ma la donna, non riuscendo a vedere nulla, andò ad accendere un lume.

Quando ella tornò, Pollicino, non visto, si cacciò nel fienile; e la donna, dopo aver cercato inutilmente in tutti gli angoli, si rimise a letto, credendo di aver sognato a occhi aperti. Pollicino si era arrampicato fra gli steli del fieno, dove aveva trovato un bel posto per dormire: voleva riposare fino a giorno per poi fare ritorno dai genitori. Ma lo aspettavano ben altre esperienze! Sì, non mancano tribolazioni e affanni a questo mondo! All’alba la serva si alzò per dar da mangiare alle bestie. Per prima cosa andò nel fienile, dove prese una manciata di fieno, proprio quello in cui dormiva il povero Pollicino.

Ma egli dormiva così sodo che non se ne accorse e si svegliò soltanto in bocca alla mucca, che l’aveva preso con il fieno. -Ah, Dio mio!- gridò.

-Come ho fatto a cadere nella mangiatoia?- Ma capì ben presto dove si trovava. Allora cercò di fare attenzione in modo da non finire fra i denti ed essere stritolato; poi dovette lasciarsi scivolare nello stomaco.

-Nello stanzino hanno dimenticato le finestre!- disse -e non ci entra il sole, n‚ si può avere un lume!-

L’abitazione non gli garbava affatto, e quel che era peggio, dalla porta continuava a entrare altro fieno e lo spazio si faceva più stretto.

Alla fine, impaurito, gridò con quanto fiato aveva in gola:

-Non portatemi più fieno! Non portatemi più fieno!-.

La serva stava mungendo la mucca proprio in quel momento, e quando sentì parlare senza vedere nessuno, e riconobbe la stessa voce che aveva udito durante la notte, si spaventò tanto che sdrucciolò dallo sgabello e rovesciò il latte. Corse dal padrone in tutta fretta, gridando:

-Dio mio, reverendo, la mucca ha parlato!-.

-Sei impazzita- le rispose il parroco, tuttavia si recò di persona nella stalla per vedere cosa vi fosse.

Ma ci aveva appena messo piede, che Pollicino si mise a gridare di nuovo:

-Non portatemi più fieno! Non portatemi più fieno!-.

Allora anche il parroco si spaventò e, pensando che si trattasse di uno spirito maligno, fece uccidere la mucca. Così fu macellata, ma lo stomaco dove si trovava Pollicino fu gettato nel letamaio. Pollicino cercò di tirarsi fuori con gran fatica; finalmente riuscì a farsi strada, ma proprio mentre stava per metter fuori la testa sopraggiunse un’altra disgrazia. Arrivò di corsa un lupo affamato che ingoiò tutto lo stomaco in un boccone. Ma Pollicino non si perse d’animo.

“Forse il lupo mi darà retta” pensò e, dalla pancia, gli gridò:

-Caro lupo, io so dove puoi trovare un cibo squisito-.

-Dove?- chiese il lupo -In quella casa così e così, devi introdurti nella cantina e troverai focaccia, lardo e salsiccia a volontà.

– E gli descrisse minutamente la casa di suo padre. Il lupo non se lo fece dire due volte: di notte, passando dalla cantina, entrò nella dispensa e mangiò a sazietà. Quando fu sazio volle andarsene, ma era diventato così grasso che non pot‚ più uscire per la stessa via. Pollicino aveva contato proprio su questo e si mise a fare un gran baccano nella pancia del lupo, strepitando e strillando più forte che poteva.

-Vuoi startene zitto?- disse il lupo, -svegli i padroni.-

-Ma come!- rispose il piccino -tu hai mangiato a crepapelle, adesso voglio divertirmi un po’ anch’io!

– E ricominciò daccapo a gridare con tutte le sue forze. Finalmente suo padre e sua madre si svegliarono, corsero alla dispensa e guardarono dalla fessura. Quando videro che c’era dentro un lupo, si spaventarono, e il marito corse a prendere l’ascia e la moglie la falce.

-Stammi dietro- disse l’uomo entrando nella stanza -se non lo uccido al primo colpo, dagli addosso e fallo a pezzi.

– Pollicino udì la voce del padre e gridò: -Caro babbo, sono qui, sono nella pancia del lupo!-.

-Dio sia lodato! abbiamo ritrovato il nostro caro bambino!- rispose l’uomo, pieno di gioia.

E disse alla donna di mettere via la falce per non fargli del male. Poi diede un gran colpo sulla testa del lupo, facendolo stramazzare a terra morto; e, presi coltello e forbici, gli tagliarono la pancia e tirarono fuori il piccino. -Ah- disse il padre -come siamo stati in pena per te!-

-Sì, babbo, ho girato il mondo in lungo e in largo, grazie a Dio respiro di nuovo aria buona!-

-Ma dove sei stato?-

-Ah, babbo, sono stato in una tana di sorcio, nella pancia di una mucca e nel ventre di un lupo, adesso rimango con voi.-

-E noi non ti venderemo più per tutto l’oro del mondo.- Allora abbracciarono e baciarono il loro Pollicino, gli diedero da bere e da mangiare e gli fecero fare dei vestiti nuovi perché‚ i suoi si erano sciupati nel viaggio.

Questo è il mio libro; se ti fa piacere puoi acquistarlo, oppure fare una donazione cliccando su questo link. In questo modo contribuirai a sostenere il blog di Storieselvatiche e io potrò continuare la mia ricerca e a condividere contenuti come questo.

Avatar elena delle selve

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16 risposte a “POLLICINO – La Fiaba”

  1. Avatar Fiorella Fiorenzoni

    Complimenti vivissimi per il tuo primo libro!

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    1. Avatar Elena Delle Selve

      Grazie molte!! Un complimento fatto da te, vale mille!!!🤗🤗💚🖖🌻🌻🌻

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  2. Avatar Isabella C

    Molto carino pollicino, non me lo ricordavo.
    Grazie mille per la tua condivisione.

    Spero anche io di riuscire a pubblicare il mio libro… a volte mi perdo, e rileggendo le prime 65 pagine, impostandolo in modo differente, caratteri più grandi per leggere con più facilità…. ma è un libro pesante xké racconta della storia della mia vita, e anche se nomi e luoghi sono inventati, è un po’ difficile… metto anche le riflessioni di adesso, di ciò che farei adesso, scrivo di tanti argomenti come lo faccio su questo sito… e lo faccio per aiutare chi è stato nella mia stessa situazione o altro. Lo faccio per dare voce a chi non ne ha.

    Ti abbraccio forte e con stima. Isa

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    1. Avatar Elena Delle Selve

      La stima è ricambiata, anche se non ti conosco, ma per il fatto stesso che scrivi per aiutare il prossimo!! So che anche solo per questo, il tuo libro lo finirai e avrà successo!! Non demordere, perché c’è bisogno di questo, adesso più che mai! Ti auguro tutto il bene del mondo e ti abbraccio forte anch’io!!! 🖤🤍❤️‍🔥🌻🌻🌻🖖

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      1. Avatar Isabella C

        Che carina che sei. Grazie mille per il tuo sostegno.
        Sì, ci riuscirò.
        Racconto di come sono arrivata fino a qui, lottando, ridendo , subendo, piangendo, avendo avuto successi e insuccessi, diventando forte più di prima, con gli interventi chirurgici e le malattie, facendo capire che si, la vita a volte può fare …. pietà, tristezza, paura, ecc … ma è una sola, ed è preziosa come un diamante.
        Ti abbraccio con affetto e sogni d’oro Isa. A presto.

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      2. Avatar Elena Delle Selve

        Ribadisco che sono certa che il frutto della tua esperienza, che è preziosa per tutti, sarà un faro di luce per molti. Non è piaggeria, sia chiaro; secondo me la condivisione di un esempio di coraggio e resilienza è importante e benefica: Soprattutto oggi. Non vedo l’ora di poter leggere il tuo libro! ❤️‍🔥🌻

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  3. Avatar Sara Provasi

    Sono curiosa del podcast! Quando vado su YouTube lo ascolto!

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    1. Avatar Elena Delle Selve

      Non aspettarti faville! Sono alle prime armi, Sara e cerco di fare del mio meglio. 😁 La gente non ha tempo e ho pensato che se gli metto il vocale, magari una fiaba se l’ascolta più volentieri. 🌻

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      1. Avatar Sara Provasi

        è un’ottima idea, io uso molto youtube al contrario avendo poco tempo “di lucidità” per stare sul blog faccio sempre fatica a leggere i post lunghi… invece con i video non ho problemi!

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      2. Avatar Elena Delle Selve

        Io passo molto tempo con i podcast o con i gli audio dei video nelle orecchie, perché sono in movimento fra bici e autobus e questo mi evita di perdere tempo negli spostamenti; permettono di ottimizzare i tempi, ecco. Leggo di notte, perché mi serve per i miei progetti. Ma riconosco l’utilità degli audio, soprattutto oggi.

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      3. Avatar Sara Provasi

        Concordo!! Anche i video in generale li seguo molto bene quando sono troppo stanca per leggere… e anch’io se leggo per piacere è sempre prima di dormire!

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      4. Avatar Sara Provasi

        L’ho ascoltata ora un pezzetto: come leggi bene! Rende molto! Mi sono iscritta al canale, così quando sono in un momento youtube ci torno su molto volentieri 🙂

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      5. Avatar Elena Delle Selve

        Ti ringrazio, sei gentile; la mia ex insegnante di dizione, dei tempi in cui facevo un po’ di teatro, mi bastonerebbe innumerevoli volte, se sentisse questi audio… ma finché non lo viene a sapere, sono relativamente al sicuro. Sono felice se ho un iscritta in più. Grazie. 😃🌻

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      6. Avatar Sara Provasi

        Ahah figurati, per i miei canoni hai una dizione perfetta: io sono milanese e non azzecco un accento 🤣🤣 anche a me fa piacere averti trovata anche lì! 🥰

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