Mi aspettavo che finisse in modo diverso. Mi aspettavo che mi sarebbe stato concesso più tempo.
Avevo in mente di andare al mare quest’anno; gliel’ho promesso mille volte a mia moglie, ma ogni volta ci sono stati degli impedimenti. Lei voleva affittare una casetta in qualche isola del nord e starci per almeno tre settimane; solo io e lei, senza figli. Non sono mai riuscito a guadagnare abbastanza per poterle offrire questo regalo. Gliel’ho promesso ogni anno, a fine estate, quando si tornava dalla bolgia delle spiagge a Iesolo; gliel’ho promesso per tanti anni, ma i soldi non bastano mai.
Pensavo che sarebbe durata un po’ di più, che avrei avuto tempo e modo, ma mi rendo conto che sono invecchiato senza accorgermene. Mia figlia mi prendeva in giro, perché a quarant’anni avevo già i capelli bianchi; ora anche lei si è tinta i capelli di bianco e pare che vada molto di moda. Avrei voluto accompagnarla all’altare; sua madre ci teneva tanto, e invece eccomi qui. Ma lei nemmeno ce l’ha il fidanzato; mi ha detto che non ci tiene, che non lo vuole. Mah… a volte mi chiedo se il pessimo carattere di mia figlia è colpa mia. Se lo è, non me lo perdonerei mai. Ma a questo punto…a questo punto c’è poco da perdonare.
Mi hanno detto che mi manca poco, che al massimo duro un paio di giorni. Il mio cuore bistrattato da anni di eccessi mi sta abbandonando; lo sapevo che c’era qualcosa che non andava, ma ho finto per troppo tempo.. e adesso è tardi. Tutti quei pasti al volo, in orari assurdi, le corse per andare in ufficio, l’alcool che ho bevuto ogni sera per non pensare… lo sapevo che prima o poi avrei pagato il conto, lo sentivo, eppure… eppure ho continuato, come se niente fosse. Anna me lo diceva. Lei vedeva, capiva; lei sì, ma io la zittivo; come vorrei scusarmi, adesso!! In due giorni, costretto a letto come sono ora, senza poter parlare, senza poter dire… è una vera tortura!! Però… però ho paura… non so cosa succederà dopo. Non so se finisce davvero tutto. Se finisce tutto, che fine faranno i miei ricordi, tutto quello che ho vissuto?
Non lo so… vorrei dormire, non pensare… ma è vero, ho paura. Mi hanno detto che c’è un Dio e che alla fine bisognerebbe parlarci, ma io non l’ho mai fatto, non so mica come si fa!! Non ho mai imparato e poi, che differenza farebbe a questo punto?! Un miracolo? Lui potrebbe, se volesse, se fosse davvero Dio!! Ok, ti prego, Dio… se ci sei, fai questo miracolo per me!! Non può finire adesso, così, in questo modo assurdo!! Posso guardare solo il soffitto intonacato di bianco di questa stanza che puzza tremendamente di disinfettante!
Mi infastidisce molto tutto questo bianco, Dio; sai, il mio colore preferito è sempre stato il blu. Volevo fare un viaggio in nord America, sai? Su una moto blu… ma questo è stato quando ero giovane; una bella moto con il sedile basso e una bandierina italiana appesa dietro; ma non ho fatto nemmeno quello. Non ho mai viaggiato, non ho mai visto nulla più che il mio paesello, la città dove ho sempre lavorato. Non ho fatto un mucchio di cose e se le raffronto con quelle che invece ho fatto, mi sembrano davvero misera cosa. IN fin dei conti ho passato la vita a spostarmi in macchina da casa all’ufficio e viceversa, ogni giorno, salvo le domeniche che ho passato sul divano a dormire. Ho fatto lo schiavo per un’azienda che non mi ha mai riconosciuto nulla. Per pochi e miseri spiccioli; giusto il necessario per pagare i debiti, le spese.
Ho dormito troppo, sono stato pigro… lo so. Ma adesso è tardi. Adesso dormirò a lungo, forse. La mia pigrizia verrà ampiamente soddisfatta. O forse no… forse vado da qualche altra parte a fare altre cose; magari mi darai una seconda possibilità, Dio. E probabilmente sarà sicuramente meglio della vita di merda che ho vissuto qui, comunque vada, qualunque cosa accada. Sono stato un criceto che corre sulla sua ruota per tutta la vita. Giorno dopo giorno, ora dopo ora, minuto dopo minuto. Gli unici momenti felici che ricordo sono stati anche quelli più sfiancanti; la nascita di mia figlia, il giorno del mio matrimonio… quella volta che mio padre ha tentato di insegnarmi a pescare, e io ho pianto perché mi dispiaceva per la marmorata che ho tirato su. L’ho deluso. Ho deluso anche lui.
E non gli ho mai detto che l’amavo. Non l’ho mai detto nemmeno a mia madre, perché nemmeno loro me l’hanno mai detto apertamente; non lo so perché, ma solo adesso mi rendo conto che mi dispiace. Mi dispiace molto. Avrei voluto tanto che mi dicessero per una volta: “Figlio mio, io ti amo, ti voglio immensamente bene!” Non è mai successo; non si usava. Non nella mia famiglia. E io non sono da meno. Con mia figlia ho sbagliato tutto. Lei mi tollera, ma so che non mi apprezza, non mi stima.
E lei, mia moglie? Ah la mia cara Anna!!! Quanto l’ho amata!! L’amo ancora, dopo tanti anni. E non gliel’ho più detto… cazzo! Non mi ricordo l’ultima volta che le ho detto che l’amo davvero. Lei… lei nemmeno. Non me lo dice più. Chissà se mi ama ancora, lei. Abbiamo vissuto per tanti anni nella stessa casa e ci siamo visti così poco. Così poco. le ho viste così poco loro due. Sono sempre stato assente e non me ne sono accorto. Forse non si accorgeranno nemmeno che sono morto, non sentiranno la mia mancanza.
In fin dei conti non ci sono mai stato; non per davvero. Il lavoro, il lavoro, le preoccupazioni, le pressioni economiche, i mutui, le vessazioni da parte dei superiori, le prese in giro da parte dei colleghi; ho dedicato tantissimo tempo ed energie a lamentarmi di cose come queste… forse ho dedicato a questo tutti i miei pensieri di tutti i giorni della mia vita da adulto. Io sono sempre stato assente anche quando ero in casa. No, non mancherò a nessuno; è molto probabile che sarà così. Ma cazzo, quanto è avvilente!!?
Vorrei fare qualche passo indietro, di qualche anno, per tornare a quando ero bambino e poter stare fra le braccia rassicuranti di mia nonna; lei che mi diceva che ero bello, che ero il suo tesoro, il suo “coccolo rotondetto”. Vorrei tornare lì, fra quelle braccia affettuose, a osservare quel viso di vecchia dagli gli occhi dolci e ricolmi d’amore. Nessuno mi ha più fatto sentire così, poi. Nemmeno Anna che, come me, è stata educata a non dire, a non esternare mai emozioni e sentimenti; per questo lei mi ha sempre rassicurato, mi ha sempre capito. Lei è sempre stata il mio specchio, il mio riferimento, e adesso… adesso sto per morire e dovrò andarmene, da solo. Non sono pronto, Dio! Non adesso… devo portare mia moglie sulle rive scozzesi, a guardare il mare che si infrange sugli scogli! Glielo avevo promesso!!
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“Se n’è andato prima del previsto, Signora. Mi spiace molto. Il cuore non ha retto e stamane si è spento… serenamente.“
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Ok, ok, lo so; non è un post molto allegro, ma è realistico, non ti pare? Io ho visto accadere cose come queste negli ultimi tempi. L’ho visto accadere molte volte, anche se non ho mai potuto davvero entrare nella mente della gente a leggere cosa gli passava per la testa. Ma l’ho visto accadere e mi sono chiesta che cosa potesse pensare una persona consapevole che sta per morire. E a un certo punto mi sono chiesta se io sono consapevole che sto per morire; no, non fraintendere, non sono malata (qualcuno dice che sono un po’ matta, ma è una malattia che non è mortale, nel mio caso… incurabile, questo sì, ma non letale). Intendo dire che sto per morire esattamente come stanno per morire tutti gli Esseri Umani che sono appena nati su questa Terra; ogni giorno di vita è un passo verso la fine, verso le braccia di Sorella Morte. Può sembrare strano, ma nessuno è immortale… “E forse anch’io dovrò morire!” disse qualcuno. 😂 Lo so, l’ho già fatto questo discorso in questo blog e nessuno vuole sentirselo fare. Eppure è l’unico discorso sensato che si può portare avanti per imparare a godersi la vita per il valore che ha davvero! Ed è per questo che insisto su questo punto. Il modo in cui si vive è il preludio al modo in cui si muore. Si può vivere gloriosamente e morire altrettanto gloriosamente. Si può ancora scegliere il modo, adesso, finché sei qui che leggi. 😏 Immagina di poter realizzare finalmente tutti i sogni ai quali pensi da sempre, ma ai quali per questioni economiche hai sempre dovuto rinunciare. Immagina, se ancora lo sai fare, a una vita diversa, gioiosa, ricca e felice!! Detto questo, io AUGURO COME SEMPRE LUNGA VITA E PROSPERITA’ A TUTTI. Questo è il mio obiettivo per me stessa e per tutti quelli che mi stanno attorno. Non è una frase fatta! Io lo desidero davvero per tutti, oltre che per me stessa! Lo dico senza sarcasmo, ovviamente. E a tal proposito, se stai correndo su una ruota da criceto e vuoi scendere e goderti la vita con un po’ più di umanità, leggiti il mio articolo su che cos’è Ubuntu; una via d’uscita c’è sempre ed è meglio prenderla prima che sia troppo tardi, perché questi sono tempi bui, ma sta a noi decidere come viverli. Lo dico con sincero Amore.

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