Da dove vengo io, il massimo della gentilezza assomiglia a un mugugno imbarazzato; va interpretata. E’ indicativo di quanto siamo stati rimbambiti da convinzioni e costrutti culturali che ci hanno ridotti a omuncoli vuoti e inabili al sentimento.
E siccome anche per questi motivi, la gentilezza non me l’ha insegnata nessuno, ho voluto impararla da sola, perché ho sempre avuto il sentore che è un fattore fondamentale affinché l’esistenza acquisti Valore… non so tu.
Io la gentilezza l’ho imparata dai romanzi di Fëdor Michajlovič Dostoevskij, Lev Nikolàevič Tolstòj, Hermann Hesse e dalle poesie d’amore di Pablo Neruda, Walt Whitman, Pier Paolo Pasolini, Antonia Pozzi e dalle filastrocche di Gianni Rodari, da Dante e da Trilussa… e molti altri. Insomma, io la gentilezza l’ho imparata dai libri. Loso, pare triste…e un po’lo è.
E poi l’ho imparata dai dipinti di Paul Cézanne, (dal quale ho imparato anche molto altro), dalle madonne di Leonardo e Antonello da Messina, da Tiziano, Rubens, Michelangelo, da Piero della Francesca e dal bacio di Giotto nella Cappella degli Scrovegni, dalle madonne di Raffaello, dal Botticelli, dal Parmigianino, dal Lippi e da tanti tanti altri. Tutto molto interessante… ma anche insufficiente, visto l’obiettivo del caso.
Io avevo fame di gentilezza; e anche per questo la mia passione è diventata la Letteratura e l’Arte, quella vera, non quella robaccia orrenda che tentano di propinare oggi. E siccome l’Arte vera è figlia della Natura, allora nell’Arte io ho ritrovato la gentilezza che ho sempre visto negli occhi degli animali con i quali sono cresciuta, nella magnificenza dei Boschi.
La prima volta che ho visto il Museo di Palazzo Pitti a Firenze, ho pianto, vergognandomi in seguito, perché non ero sola; ma ho pianto tanto e a lungo. Non riuscivo a smettere. Imbarazzanti e rumorosi singhiozzi a ripetizione. 😥😁Soffro, fra le altre magagne emotive, della famosa sindrome di Stendhal. Non solo quando vado per musei, ma anche quando vado per boschi. Ecco perché mi muovo da sola; così evito di mettere in imbarazzo la gente.
E’ così che giustifico le mie conversazioni con gli elementali, quando qualcuno mi sorprende a chiacchierare amabilmente con le amadriadi e le driadi degli alberi, o con gli gnomi e le ninfe dei boschi; la sindrome di Stendhal dà vita ad allucinazioni e stati alterati di coscienza. Auguro a tutti di provarla, almeno una volta nella vita.
Quindi, tornando a bomba, la gentilezza è nella Bellezza della Natura, è nella Grazia ed eleganza delle sculture dell’arte classica (i greci erano maestri nel riproporre la grazia e l’eleganza… e dove c’è grazia ed eleganza, c’è sempre anche tanta gentilezza; è una conseguenza inevitabile); è nella Poesia, nella Letteratura, nelle Fiabe e negli occhi dei bambini, degli animali.
Insomma, la gentilezza è in tutto ciò che si riesce a preservare Puro, Pulito ed elevato. Per questo io ho sempre avuto fame di gentilezza; il mondo oggi è avaro di tutto ciò. Bene, se hai notato, io non ho detto che ho trovato la gentilezza in un mio simile; in realtà non è così. Uno, uno solo, mi ha fatto conoscere la gentilezza, quella vera, onesta e disinteressata.
Adesso ti spiego; io la gentilezza la cerco da sempre… la pratico, la coltivo in tutti i modi possibili; e devo essere sincera, prima di lanciarmi, seleziono bene. Molto. A lungo, tenendomi a distanza, o creando situazioni che mi rassicurino… delle specie di “prove”. L’abitudine alla prudenza non l’ho mai persa. E’ roba che viene dai boschi. Non per altro, ma di questi tempi, la situazione è piuttosto avara, in tal senso.
E aggiungo che forse è il senso di mancanza di gentilezza che mi ha resa inabile ad elargirla con slancio (come sarebbe auspicabile). La mancanza, crea sempre altra mancanza, mentre l’abbondanza, inevitabilmente crea abbondanza. “A chi ha, sarà dato…” Eppure io la conosco, l’ho vista, l’ho “sentita”… ma dove? Come? Beh… ne ho parlato; io la gentilezza l’ho trovata nei dipinti, nei libri… non certo nelle anime che mi hanno cresciuta e circondata fino ai quindic’anni.
Il punto è questo: tu puoi “sapere” che cos’è la gentilezza, solo perché l’hai cercata e l’hai trovata nelle idee che hai letto, nei personaggi delle trame romanzate dei libri e delle opere teatrali? Puoi conoscerla attraverso un dipinto… in modo intimo, reale? Puoi davvero capirla se non l’hai mai sperimentata interagendo con un tuo simile che risulti onestamente gentile? Oppure, quella che tu conosci è rimasta solo una gentilezza mentale, mentre il cuore non viene coinvolto?
La risposta è semplice: la gentilezza è come l’imprinting che viene dato agli implumi appena si schiude l’uovo; se non viene trasmessa nei primi anni di vita, tu faticherai moltissimo a sperimentarla onestamente in seguito. La mancata esperienza di quel tempo è difficilmente recuperabile.
Ma io posso dire che è difficile, ma non è impossibile, quindi chi si trova in una situazione analoga alla mia, (siamo più di quel che pensi) abbia fede; si può fare!! (direbbe il dott. Frankenstein). Ovviamente, per imparare ad amare e ad essere gentili, i libri, i dipinti, la Natura da soli non bastano. Però sono un’ottima partenza, credimi! A volte è la vibrazione che vai a creare in questo modo che ti porta a risolvere. Ecco, questo volevo dire.
E allora va detto che nel mio caso la guarigione non ha avuto luogo per merito solo mio, dei miei studi, delle mie frequentazioni artistiche o letterarie, ovviamente; da queste mancate esperienze non si può guarire “da soli” per sentito dire”, o per “aver letto”. E nemmeno con un buon strizzacervelli… eh no! Per guarire dalla gentilezza disonesta, occorre avere la fortuna di incontrare anime davvero amorevoli e gentili che colmino quel vuoto… ed è una lavoro lungo, lunghissimo, che, a volte, richiede una vita!!
Ovviamente le soluzioni devono essere incarnate da anime disinteressate e onestamente amorevoli e gentili… non da anime falsamente amorevoli e gentili (di queste ne incontrerai a iosa!). Ecco, la guarigione dipende molto dalle anime che incontri sulla via; dipende dalla tua capacità di vibrare in modo tale da portarle a te e saperle riconoscere. Io, modestamente, ho avuto culo!!! Perdonami il francesismo. Basta una sola anima; una sola… che ti sappia fare questo dono e tu sei libera/o.
Di contro è molto molto importante scartare a priori quelle anime che non sono per nulla gentili, che non sono per nulla amorevoli, o peggio, che sono falsamente gentili perché interessate (il mondo è pieno di gente che ti cerca per tutto, tranne che perché sei tu) ; questo è vitale, perché frequentarle rafforza il tuo senso di mancanza di gentilezza (di vuoto). Ecco, io sono guarita scartando queste anime non appena ho ravvisato che tutto erano, tranne che gentili e amorevoli in modo disinteressato. Un lavoraccio, che non è mai finito, tra l’altro.
Non è mai una selezione lapidaria e immediata; occorre capire bene se la gentilezza che le anime che incontri ti offrono, è onesta… o se è finta, recitata. Se sono gentili perché “gli servi”, gli sei utile… La maggior parte delle anime, hanno avuto esperienze molto simili alla tua nell’infanzia, quindi recitano una gentilezza fasulla. Pochi sono gentili in modo libero e incondizionato. Non c’è nessuna colpa, ovviamente. Col tempo impari a distinguere.
Ora, se chi mette al mondo un bambino non gli insegna l’Amore e la Gentilezza nei primi anni della sua vita, quel bambino non sarà mai amorevole e non sarà mai veramente gentile nemmeno da adulto. Certo, potrà ostentare gentilezza, ma non sarà una gentilezza onesta, vera, sincera. Sarà solo una gentilezza che ha imparato a recitare per una questione di “quieto vivere sociale”.
Capite la responsabilità che abbiamo noi tutti nei confronti dei bambini? Io questo ragionamento lo porto perché posso parlarne con cognizione di causa. Dopo molti anni passati a recitare una “gentilezza disonesta” (la chiamo così, perché era una gentilezza solo recitata) io ho avuto l’incommensurabile fortuna di incontrare un’anima onestamente gentile ed amorevole. Disinteressata, soprattutto. E per qualche imponderabile motivo, mi ha compresa, accolta e guarita. Con pazienza, molta pazienza.
Sono passati molti anni, ma per me è rimasto un punto di riferimento importantissimo, ovviamente.
Gli sono immensamente grata, perché poi io ho potuto fare altrettanto e a mia volta, la stessa cosa con altre anime; perché questa è la vera epidemia, la vera urgenza, la vera piaga di questo tempo, rendiamoci conto. Chi non sa essere gentile ed amorevole è inabile all’empatia. E chi non è empatico, non può vivere una vita piena, ma fa danni inconsapevoli anche a chi gli sta attorno. Anche danni irreparabili. Può recitarla una vita amorevole, ma non può viverla.
Quindi, per chi ha avuto la fortuna di essere stato amato sinceramente, a qualsiasi età della vita, ha una responsabilità: è urgente che ami a sua volta e che sia gentile a sua volta, in modo onesto, disinteressato. Se non sapete se un’anima ha bisogno della vostra gentilezza onesta, non importa; il consiglio è essere onestamente gentili ed onestamente amorevoli con tutti, così non si sbaglia mai.
Soprattutto, va fatto con i bambini.
Lunga vita e prosperità a tutti gli uomini e a tutte le donne di buona volontà
elena delle selve

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