Ho spesso la sensazione che la Vita sia un pretesto; proprio così. Io la Vita la ritengo sacra, la rispetto, la amo… a volte la amo follemente, e questo mi accade sempre più spesso (il più delle volte, in realtà), ma ho anche sempre più il sentore che si tratta solo dello scenario magnifico sul quale si svolge la rappresentazione. Intendiamoci, non è meno importante per questo, perché se non ci fosse lo scenario, nulla potrebbe essere, nulla potrebbe avvenire.

Penso che la rappresentazione che si svolge in questo magnifico scenario perfetto, sia l’Avventura che ci è dato creare. Insomma, quello che intendo dire è che l’attenzione andrebbe messa sull’Avventura, non sullo scenario, seppure esso è grandioso e l’attenzione su di esso viene attirata per forza di cose. Non per nulla la Vita è stata Creata dal Creatore primo; il top, il boss, ciò che muove Tutto, per capirci. Ma quando si legge una Storia Selvatica, quel che smuove l’anima, non è lo scenario, non è l’ambientazione, ma l’ Azione. E l’ Azione viene mossa dagli Eroi, dai Valorosi, ma anche dai meschini, dai maligni, dagli egoisti e poi ancora dai buoni, dai deboli, dalle vittime; c’è di tutto nelle Storie, no?

Ed è per questo che mi dico: se non ci fosse Valdemort, che senso avrebbe Harry Potter? Se non ci fosse Sauron, che senso avrebbe Frodo? Se non ci fosse la controparte dolorosa e colma di difficoltà che ci viene creata dalla Vita, che senso avremmo noi, le nostre esperienze, i nostri tentativi di creare le nostre Storie, i nostri Mondi? Sono pensieri pazzi, questi? O c’è anche qualcun altro che ogni tanto si identifica un po’ nel cattivo e un po’ nel buono della situazione?

Penso che la Vita è come l’ambientazione di un Gioco molto serio per eccellenza, dove si possono creare le storie più memorabili; è la scenografia portentosa che ci porta a spasso in quest’avventura pazzesca che è l’esistenza. E più riusciamo ad essere al centro della nostra Storia, del nostro mondo personale, per dare ad essa un senso reale, concreto, grandioso, ovvero un senso che è solo nostro, unico, perché ognuno di noi vive una storia selvatica a sé, ecco, più riusciamo a rendere quest’avventura degna, e più la Vita ci premia! L’ambientazione si fa sempre più mirabile, grandiosa, abbondante, infinitamente generosa e prospera. Ma dipende da noi, non dall’ambientazione. Dipende da quanto sappiamo rendere pazzesca la nostra Avventura, da cosa e da quanto sappiamo creare di immensamente degno nel nostro Mondo personale.

Siamo Creatori di Avventure, di Storie Selvatiche, di Mondi Unici, Grandiosi, Infiniti. Capite perché le Fiabe sono vere e perché le nostre realtà spesso vanno ben oltre alla fantasia dei miti? Perché noi siamo le Fiabe, noi siamo i Miti… e noi possiamo decidere quali draghi affrontare, come affrontarli e come vincerli!! Noi siamo i Maghi, Le Streghe, i Folletti dispettosi, gli Elfi eleganti e gentili, i Nani, e anche gli Orchi, a volte. E la scenografia è la Vita; dono mirabile e immenso, che ci ospita in templi di carne, sangue ed ossa che possono toccare, muoversi, annusare, ascoltare, sentire, gustare. Il dono della Vita va amato e rispettato con ogni nostra fibra, preservato e difeso dagli attacchi, con rispetto, perché ci serve per creare le nostre Storie Selvatiche, renderle degne, renderle eterne.

E’ un gioco spesso doloroso, profondamente doroloso e impietoso, anche, e nel contempo colmo di meraviglia, di gioia e immensa letizia. Noi siamo quello che ci portiamo addosso; la carne ed il pensiero, la parola e l’azione ed ogni singola cellula di questo immenso gioco senza fine è un ulteriore gioco che si rivela in un meccanismo infinito di microcosmi che creano macrocosmi. Quel che è in alto è anche in basso, quel che è dentro è anche fuori. Siamo dei Giganti, se vogliamo essere tali, perché sappiamo Creare immensità. Siamo degli esseri meschini e minuscoli, se vogliamo essere tali, perché sappiamo Creare pochezza. E si sceglie di creare ciò che più ci somiglia. Si sceglie di creare la Storia Selvatica più ricca e piena, come la storia selvatica più inutile e vuota. Ci è dato scegliere, ma qualunque cosa si scelga di creare, non ci si può esimere.

Quando entriamo nel Gioco, nessuno può smettere di giocare e si va fino alla fine; questo fa parte delle regole; sono queste le Leggi!! E solo alla fine del giro di giostra si può dire se si è riusciti a rendere l’Avventura degna. In fin dei conti, mi son detta che io sono qui per imparare le Regole del gioco e una volta che ho capito come si fa, a continuare a creare a mia volta il Gioco, anche per quelli che verranno dopo di me. Il premio? Per ora, ai più non è dato saperlo; fa parte delle regole… ed il rischio da correre è sempre lo stesso: occorre fidarsi. Il premio è nascosto nelle esperienze, buone, cattive, non importa… La fiducia fa parte del Gioco; la fiducia è il motore della Creazione. Nell’attesa, penso che conviene prendere il meglio che questo pretesto che è la Vita, ci offre. 😉
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