Quando tempo fa ho cominciato a stare davvero male, mi sono chiesta come mai ero arrivata a quel punto, come era potuto accadere! Il lavoro non era un granché, ok, ma come avevo fatto a ridurmi in quello stato, dove tutto poteva essere potenzialmente perfetto e invece io lo vedevo e lo vivevo come un disastro totale? Me lo stavo chiedendo, ad un certo punto… ogni giorno, perché mi sembrava incredibile che fosse successo, se io ripensavo alla me stessa di qualche anno prima… prima che cominciassi il mio ex lavoro, la situazione che stavo vivendo mi sembrava inconcepibile, irreale.

Fino apochi anni prima ero piena di voglia di fare, piena di aspettative meravigliose per la mia vita, per il mio futuro… e invece, adesso mi trovavo ogni mattina lì seduta sul bordo del letto, a cercare la forza per cominciare una nuova giornata, senza riuscire a trovarla, con la netta sensazione che piuttosto che andare al lavoro, per me sarebbe stato meglio continuare a dormire, magari per sempre. Ero arrivata a fare questo pensiero ogni mattina e ogni giorno mi saliva la nausea; una nausea strana, pervasiva, che mi prendeva anche il cervello. L’idea di indossare quei vestiti e di entrare di nuovo in quel ruolo, mi piegava in due dal dolore; un dolore interno che piano piano divenne fisico. Ma come ero arrivata a quel punto?! Cercavo di capire.

Nei momenti in cui uscivo dopo il lavoro e stavo per qualche ora da sola nei boschi, la pace dell’ambiente ritornava a farmi pensare in modo più lucido, così presi a fare sport; correvo ogni giorno nei boschi. Esagerando, perché anche quello ero uno sfogo squilibrato, fino a rasentare l’assurdo. Però, di contro mi aiutò moltissimo a scaricare le tensioni. Ma non bastava. Poi un giorno capii; ero seduta su un grande masso squadrato in mezzo ad un pascolo dopo un lunga corsa serale. Allora non avevo ancora un cane; oggi non mi muovo più senza la mia fedelissima cagnolona. Se avessi avuto lei, allora, forse mi sarei risparmiata un mucchio di sofferenze; sicuramente. Gli animali sono i nostri angeli terreni, in tal senso. Mi consolavo con gli animali selvatici che avvistavo ogni tanto. Stava facendo buio ed ero a un’ ora di cammino dalla macchina, ma non mi importava; rimandavo sempre fino all’estremo l’ora del rientro a casa. I boschi stavano già cominciando a salvarmi l’esistenza.

Ci andavo spesso in quel posto, a pensare, a tentare di meditare. Realizzai d’un tratto che quelle che mi stavano fottendo la vita erano le mie abitudini!! Fu una folgorazione improvvisa, chiara, netta. Era esattamente così! Mi ero fatta travolgere da una serie di meccanismi mentali, per lo più frutto dell’indottrinamento professionale, che sfociavano in altrettante azioni ripetute, reiterate, giorno dopo giorno, ora dopo ora. Sempre le stesse, sempre eseguite nello stesso modo.

Capii che questo implicava la creazione di pensieri ricorrenti, di stati d’animo ricorrenti, di modi di fare sempre uguali e sempre praticati con lo stesso metodo, spesso anche alla stessa ora. In quella mattina di maggio di oramai tanti anni fa, mentre ero seduta su quella roccia, capii che ero diventata un’ automa in nome di un lavoro che mi rendeva spenta e triste e che col tempo, pur di resistere, avevo soffocato quell’altra me stessa, quella che amava la i Viaggi, Vita, lo Studio, l’Arte, la Bellezza, la Natura. Ad un certo punto, avevo accettato il fatto di non essere una persona libera. E questo mi rendeva come morta. Uno zombie in divisa, come tanti.

Anni prima io ero quella che trovava sempre un ottimo motivo per sorridere e altrettanti ottimi motivi per ridere. Ero quella che trovava le soluzioni ai problemi più assurdi, anche per gli altri. L’idealista che sapeva di voler cambiare in meglio il mondo e che cercava i modi per poterlo fare. Mi interessavo di tutto, facevo teatro, dipingevo, viaggiavo molto. Avevo lasciato tutto. Mi prese il panico… perché nel momento in cui avevo capito che per riprendermi quella me stessa che avevo dimenticato, dovevo cambiare tutto quanto della mia vita attuale, sentivo anche, e sapevo bene, che non avevo molto tempo. Il cambiamento era urgente e avevo aspettato anche troppo; dovevo agire in fretta, perché il pericolo di non aver più voglia di uscire da quel letto ogni mattina, era reale, concreto. La cosa mi spaventava. Stavo cominciando ad ammalarmi fisicamente e seriamente; fingevo di non vedere, di non capire. Mi sentivo in gabbia.

Il problema di quando si prende coscienza che gli unici che possono fare la differenza nel modo in cui procede la nostra vita siamo noi, è che occorre prendersi anche tutto d’un tratto la responsabilità di noi stessi, delle nostre azioni, fino in fondo, senza alibi e senza incolpare nessuno.

Se io mi ero sottoposta per anni a una situazione dove il mobbing era diventata un’abitudine da sopportare, dove la svalutazione della mia persona era diventata la prassi, dove la demotivazione era nutrita con dovizia e metodo, giorno dopo giorno, beh… la responsabilità non era del contesto in cui vivevo, lavoravo e arrancavo da anni, ma solo mia.

Ero io che non trovavo il coraggio di andarmene, di cambiare, di liberarmi. La responsabilità di ciò che ogni giorno ci accade, è sempre personale; è così per tutti e quando si capisce questo, si smette anche di essere vittime. Si smette di vestire il ruolo di chi è costretto a subire, di chi è costretto a stare al gioco e ci si può finalmente liberare.

Per questo io dico sempre che la lamentela è la peggiore delle abitudini che si possa avere!! Nella lamentela ci si deresponsabilizza in continuazione, si scarica tutto sull’esterno e si evita di guardare a noi stessi, di prenderci la responsabilità della nostra vita; questo diventa devastante, a lungo andare, perchè i problemi si amplificano, nutriti dalla forza che gli diamo lamentandoci in continuazione e nel contempo, non si riescono a vedere soluzioni. Questo vale per tutte le condizioni e per tutte le situazioni in cui ci troviamo, anche le più ostiche e disperate.

Quando quel giorno scesi da quella roccia, ho fatto una promessa a me stessa: mai più nella vita mi sarei lamentata di qualche cosa. Capivo che quello era il primo passo da fare; e quando presi quella decisione, cominciai già a sentirmi meglio.

Ero però circondata da colleghi e da persone che, come me, usavano la lamentela come unico spunto di conversazione, quindi non fu per niente facile, all’inizio. Mi limitavo a stare zitta, a cercare di non partecipare, di non ascoltare… è stato davvero difficile, all’inizio. Diventai scontrosa e me lo fecero notare. Ma mi servì per capire che non ero nel contesto adatto, che non potevo continuare a stare fra quelle persone, perché l’ambiente era tossico ed estremamente dannoso per me.

Me ne resi conto quando osservandomi, mi accorsi che io stessa ero diventata tossica per gli altri, perché quando ci si lamenta, sia chiaro, si sputa veleno sul prossimo, senza rendersene conto, certo, ma il risultato è questo. Ed io ho agito per anni esattamente come loro, come tutti. Mi sentivo profondamente in colpa e questo non aiutava certo a migliorare la situazione. Avevo preso quell’abitudine, senza rendermene conto, seguendo la scia di chi mi stava attorno. Quando realizzai questo, la prima reazione fu quella di voler scappare.

Ovunque guardassi, mi ritrovavo fra persone che cominciavano la mattina presto a lamentarsi e non finivano fino a pomeriggio inoltrato; non me ne ero mai accorta prima. Non avevo mai realizzato, ma era così! In ufficio, in ascensore, al bar, a pranzo, a cena… ci si lamentava del tempo, del capo ufficio, del collega, del cibo, del governo, del partito, del caffè troppo dolce, o troppo amaro, degli autobus in ritardo, delle pratiche inevase, della burocrazia, delle scarpe troppo strette, del compagno, della compagna, dei figli e della palestra troppo cara… insomma, ogni conversazione era fondata sulla lamentela. Era un modo di essere, di stare al mondo. Un modo estremamente pericoloso.

Quando arrivavo a casa, ero sfinita, emotivamente, psicologicamente, fisicamente sfatta! UNa mattina, mentre andavo al lavoro, tamponai una macchina; era ferma in corsia di sorpasso, per un incidente. Non mi ero accorta di nulla; quando si è in quelle condizioni, la concentrazione va a farsi fottere, come tutto il resto. Capii che non potevo continuare così. O mi licenziavo, o trovavo un altro modo per andare via.

Poi, in poco tempo capii che la lamentela rende gli ambienti tossici e ti toglie tutte le energie, ma all’epoca ancora non lo sapevo. Comincia ad avere problemi seri; ogni tanto perdevo i sensi, come se volessi spegnere tutto. Mi diagnosticarono una sindrome di sincope da stress. Il mio stomaco non rispondeva più. I medici si limitavano a prescrivermi farmaci inutili che mi rifiutavo di prendere, perché mi terrorizzava l’idea di dover dipendere dalla chimica. Io sapevo perfettamente qual’ era il problema e quando azzardavo a spiegarlo al mio medico, lui si limitava a dirmi che forse avevo bisogno di un neurologo… di altri farmaci, insomma. Fanculo, pensai! Da quel fronte, non arrivò nessun aiuto concreto!

E per non pensare, quando tornavo a casa completamente sfatta, che facevo? Accendevo ovviamente la televisione, come fanno tutti. Dormivo malissimo, mi svegliavo di notte e il giorno dopo ricominciava la giostra infernale. Le pressioni sul lavoro facevano il resto.

La peggior cosa che potessi fare, ovviamente, era nutrirmi di porcheria mediatica davanti al televisore, ma all’epoca non mi rendevo conto e ci misi un po’ a capire! La televisione sputa veleno ad ogni secondo di programmazione; se si cercano spunti per i quali potersi lamentare ed avere il morale sotto le scarpe, in televisione si trovano sicuramente, basta vedersi un telegiornale o un talk show. Mi resi conto presto che, dopo il lavoro, quella era una delle maggiori fonti di disagio nella mia vita; me ne accorsi quando capii che molte lamentele al lavoro, le sentivo fare proprio per via delle cose che la gente aveva visto la sera prima in televisione. Me ne resi conto una settimana dopo che, scesa dalla mia roccia in mezzo ai boschi, decisi che non volevo più lamentarmi.

Il lavoro in quel momento mi serviva per vivere, perché mi permetteva di guadagnare, ma del televisore potevo farne decisamente a meno, pensai. E così, un sabato pomeriggio presi la tv, la caricai nel bagagliaio, mi diressi verso il primo Centro di Raccolta Rifiuti ancora aperto, e la lasciai lì. Non volevo venderla, anche se i soldi mi avrebbero fatto comodo, o regalarla, perché mi sembrava che avrei fatto del male a qualcuno, sbolognandola ad altri.

La guardai per un attimo prima di andarmene e le dissi urlando: “Vaffanculo strega malefica di merda!!” L’operaio del Centro Raccolta mi guardò un po’ spaventato, ma io gli sorrisi… però lui non rispose al sorriso; probabilmente apparivo allucinata, sboccata, maleducata… e forse in quel momento sembravo un po’ come il Joker quando entrò nello studio televisivo. Ricordo che in macchina mi ascoltai i Doors sulla via del ritorno e che cantai a squarciagola! Ero felice, perché quella era la prima abitudine, forse la peggiore, che avevo cominciato a cambiare.

Il mio processo di Rinascita aveva avuto inizio.

Per il lavoro dovetti aspettare un po’, ma cercai febbrilmente una soluzione e la trovai chiedendo il trasferimento. Non era scontato che lo ottenessi e non era scontato che mi avrebbero mandato dove avevo chiesto, per nulla. Ma andò bene. Lo ottenni, con qualche difficoltà e me ne andai nei boschi, in un posto che non piaceva a nessuno, dove non voleva andare nessuno, perché era fuori dal mondo. Le circostanze del caso vollero che si fosse liberato un posto proprio lì, dove il mobbing continuò, seppure con altri modi fantasiosi, ma a me non fregava niente; ero felice di aver lasciato la città e di essere entrata nei miei boschi.

L’Universo sa sempre e perfettamente di cosa abbiamo bisogno e non delude mai le nostre richieste, purché noi siamo abbastanza svegli da sapere cosa vogliamo e lo sappiamo chiedere. E mi salvai così. Cominciai a stare subito meglio; il corpo rispondeva alle cure naturali che stavo facendo. Fu allora che cominciai a studiare seriemente i primi libri sul funzionamento del cervello. Se dovevo guarire, dovevo anche capire come si faceva e che cosa dovevo fare o non fare, no? I medici che avevo consultato erano più ignoranti di me su quel fronte; questo lo avevo capito, quindi toccava arrangiarsi. Studiai le erbe, i loro principi attivi e il modo più sicuro e utile per usarle. Molte cose già le sapevo su questo fronte, perché le avevo imparate dalle donne mochene. Ma furono il Silenzio e la Solitudine a curarmi. Ero felicissima quando potevo stare per ore nei boschi da sola; una felicità che non so descrivere e che provo tutt’ora quando faccio i miei ritiri prolungati da qualche parte sulle montagne!

Ripassai e studiai la Storia dell’Arte e la Botanica; ero nel posto giusto. Studiai tutti i libri di neuro scienze che riuscii a trovare, i libri di psicologia, da Freud a Jung ai libri di Assagioli e Scaligero. Mi rilessi Dante e tutti i calssici russi che riuscii a trovare. Studiai Neville Goddard, tutti i libri di fiabe che riuscii a recuperare, e poi Castaneda, i Vangeli, il Corano, la Bhagavad gita, i classici sui miti latini e greci e tutto ciò che aveva sentore di Psicologia, Natura e Spiritualità e fu un periodo meraviglioso! I libri di ogni tipo, sostituirono la televisione. La pittura, il disegno e la musica sostituirono la lamentela; e fu così che, come per magia, la bella gente sostituì gli aguzzini e i lamentoni.

Arrivò anche Lilith, la mia ombra, il mio cane e anche un paio di gatti, di cui uno morì investito da un automobile. Si chiamava Attila; era uno splendido gatto, troppo bello e vivo per resistere in un paese trafficato. Avevo imparato a creare nuovi sentieri nel mio cervello e li avevo scelti io, questa volta. Sopportavo bene il lavoro, che era migliorato, visto che non davo soddisfazione in reazioni vittimistiche.

******************************************************************************

Quindi cambiai casa, lavoro, abitudini e non fu facile. All’inizio subii una specie di crisi di astinenza, che durò qualche mese. Mi sembrava che lì tutto andasse a rilento, che dovessi essere io ad accelerarlo un po’… e invece ero io che avevo ancora addosso i ritmi cittadini, quelli frenetici e malsani. Mi abituai a rallentare. Ovviamente tutti criticarono le mie scelte e molti, compreso il mio compagno di allora, fecero di tutto per farmi desistere. Avevo un buon lavoro (che io odiavo), comodo (secondo lui), in città (che io odiavo) e stavo per laurearmi (non ho mai avuto intenzione di laurearmi; davo solo gli esami che mi piacevano, perchè erano un sano diversivo all’inferno che vivevo dentro, tutto qui). Insomma, per il resto del mondo, la mia era una decisione folle e da irresponsabile!! Ma loro non sapevano niente di me; io non ero una che condivideva molto, all’epoca. Caratterialmente estremamente introversa, da sempre, ho dovuto reimostare un po’ questo limite, chepersiste, ma con ladifferenza che ora so che ogni tanto lo devo regolare verso l’apertura. Un po’ allavolta ho imparato e in questo, i miei blog mi hanno aiutata moltissimo. Tutto l’ostruzionismo che ho subito in fase di cambiamento da parte di quel mondo che mi stava uccidendo, fu per me il segnale che stavo facendo la cosa giusta.

Cambiare abitudini è sempre un salto nel vuoto; ti destabilizza sempre e inevitabilmente, ma se sai che stai andando nella direzione giusta per te, e tieni duro, ne vale veramente la pena. In seguito, mi guardai bene dal ricaderci. Io la televisione la odio, proprio perché da quando me ne sono liberata, ho visto come è cambiata la mia vita in meglio, in termini di qualità dei miei pensieri, delle mie relazioni con il prossimo, della mia salute psico-fisica. Se non me ne fossi liberata, non mi sarei mai resa conto di quanto mi stava condizionando la vita in peggio!! E quando oggi vedo la gente che sta male e non capisce questa semplice verità , un po’ di sconforto mi prende, lo confesso. Ma ognuno, si sa, deve fare la sua strada per capire.

La mente è uno strumento potente, ma se la lasciamo in mano a chi sa come funziona e gliela lasciamo gestire in maniera del tutto inconsapevole, come accade quando ci mettiamo davanti a uno schermo, adesempio, beh, allora lasciamo anche che facciano quello che vogliono di noi stessi; se accade questo, la mente può diventare il nostro peggior nemico!

Se invece impariamo a costruire nella nostra mente, nel nostro cervello, dei percorsi di pensieri sani, puliti, favorevoli a noi stessi, alla nostra salute e alla nostra felicità, creiamo prosperità e pace interiore ed anche esteriore nella nostra vita e allora, la nostra mente ritorna ad essere ciò per la quale è stata concepita, ovvero lo strumento più potente che abbiamo e la nostra migliore alleata, per essere davvero felici. Ma dipende da noi, dalle nostre scelte.

Tutto sta nel cominciare a costruire sentieri diversi nella nostra mente, attraverso la creazione di nuovi pensieri che ci portano a delle abitudini potenzianti, utili e che miglioreranno inevitabilmente ogni aspetto della nostra vita. Ne guadagna la salute, la nostra stabilità emotiva, la nostra intelligenza e soprattutto le nostre relazioni.

Questa è la mia storia, il motivo che mi ha portata a fare quello che faccio ora, molto a grandi linee… pensavo di doverla raccontare, perché altrimenti non si capisce perché mi sono appassionata a queste materie, al perché continuo a parlare di Fiabe, di Bibbia e di Miti… beh, in questi testi io ho trovato le risposte sul funzionamento dell’Essere Umano e sul funzionamento di me stessa e non mi pare poca cosa.

Penso che il modo migliore per ringraziare l’Universo per avermi indicato le strade per salvarmi l’esistenza, sia di condividere quello che ho imparato; il servizio al prossimo ed il rendersi utile fa parte di questo nuov modo di essere ed è molto più piacevole che starmene lì a lamentarmi dalla mattina alla sera. Solo per chi vuole starmi a sentire, ovviamente. Perché tutti noi possiamo scegliere quali sentieri creare nella nostra mente, o se continuare a percorrere sempre gli stessi; possiamo scegliere se percorrere i sentieri che ci rendono vittime inconsapevoli, o quelli che ci rendono padroni della nostre vite. E saper scegliere per il meglio è un’ altra di quelle cose che si impara a fare, un po’ alla volta.

Questa è la guida gratuita che spiega che cos’è il denaro e che cos’è la vera ricchezza

53 risposte a “I sentieri della mente”

  1. Avatar egle67

    Grazie infinite. I passaggi li riconosco e alcuni li ho fatti miei da un po’ , altri ci sto lavorando . Mi ha colpito molto questo passaggio : “Ero però circondata da colleghi e da persone che, come me, usavano la lamentela come unico spunto di conversazione, quindi non fu per niente facile, all’inizio. Mi limitavo a stare zitta, a cercare di non partecipare, di non ascoltare… è stato davvero difficile, all’inizio. Diventai scontrosa e me lo fecero notare. Ma mi servì per capire che non ero nel contesto adatto, che non potevo continuare a stare fra quelle persone, perché l’ambiente era tossico ed estremamente dannoso per me.”
    Ecco , proprio in questo punto io sto ora. Sto osservando come non basti stare in silenzio e in disparte. Perchè il campo morfico lavora eccome. Bisogna proprio levarsi da frequentazioni che ti fanno abbassare l’energia . E farlo subito . Loro non capiranno, ma non importa.

    Piace a 2 people

    1. Avatar Elena Delle Selve

      E’ così; ad un certo punto occorre capire se il tuo limite di sopportazione è stato raggiunto. INizialmente ho anche pensato che la vera battaglia che dovevo vincere era quella di stare lì in mezzo e lavorare ogni giorno fino al punto da non subire più nulla. Ma il mio corpo mi ha fatto ricredere in fretta; il fisico va sempre ascoltato, perché se urla lo fa esclusivamente per il nostro bene. Era urgente che io mi togliessi da lì, ed è quello che ho fatto. Ho mollato tutto, per i miei boschi… che non ringrazierò mai abbastanza per avermi accolta. Ed è cominciato un nuovo Viaggio, o meglio, era lo stesso Viaggio ma finalmente in una direzione diversa, che mi somigliava di più. Tutto serve per capire dove sbagliamo e come possiamo rimediare. NIente è defnitivo; non si finisce mai di plasmarsi in onore e in funzione della Vita.

      Piace a 3 people

  2. Avatar valy71

    Grazie infinite, Elena.
    Decisi di rassegnare le mie dimissioni, assumendomi tutte le mie responsabilità.
    La compagnia telefonica è fallita da anni e così l’agenzia di lavoro interinale che procurava loro assunzioni.
    Mi sono mangiata le mani per anni, ho imparato dai miei errori, ma non era più possibile lavorare in quell’ambiente.
    Ho ripreso il lavoro di prima, dove il mobbing era comunque presente, ma piano piano, ho ripreso in mano la mia vita, che non è sicuramente cosa da poco.
    Anche ora, sto invertendo la rotta perché ho compreso da tempo che nella vita non è mai troppo tardi.
    Grazie infinite per il tuo articolo stupendo.

    P. S. In quegli uffici, risuonavano continuamente frasi del tipo: “Ah, se non ci fossi io in questo ufficio 🏢 cadrebbe tutto il lavoro a picco…”. Giusto per fare un esempio, era comunque uscito dalla bocca di una delle persone più “possibili e meno improbabili, figurati il resto!”.

    Piace a 1 persona

    1. Avatar Elena Delle Selve

      Io ho perso memoria delle frasi che venivano dette nei vecchi luoghi di lavoro, Valy. NOn mi ricordo nemmeno più le facce di chi ci lavorava, onestamente. Penso di aver fatto un’operazione di selezione e nel contempo di rimozione, per dedicarmi al mio presente. NOn mi interessano più i vecchi ricordi. E di sicuro non rifarei gli stessi errori che ho già fatto, tornando sui miei passi. Non mi sono mai pentita, però; i miei percorsi sono andati così, perché è così che dovevano andare. Ho fatto delle esperienze e va benissimo; quelle rimangono ben presenti, come insegnamento. Ora ne faccio altre e si va avanti. La Vita è troppo interessante e troppo breve per sprecarla in contesti che non ci aiutano a crescere, a migliorarci, a metterci un po’ alla prova ogni giorno. IN un certo senso io sono molto grata a quelle persone e a quello che ho vissuto, perché tutte le difficoltà che ho vissuto, mi hanno fatto crescere; non rinnegherei mai nulla e infatti ne parlo liberamente. 🙂

      Piace a 1 persona

      1. Avatar valy71

        Sono sulla tua stessa lunghezza d’onda, non rinnego le difficoltà perché sono una parte autentica e formativa della nostra vita.
        Ricordo tutto, anche quello che non vorrei, ma ho imparato a ricondurre e a fare tesoro di tutto.
        Ho conosciuto la depressione ed è stata una grande insegnante, dopo ho imparato a vedere il bello in ogni cosa, anche quando il bello non c’è.
        Come hai detto tu, ognuno deve fare i suoi percorsi.
        Anche io ne parlo liberamente. 🙂

        Piace a 2 people

      2. Avatar Elena Delle Selve

        IN relatà la Bellezza c’è sempre. Sempre, anche se non la vediamo. Quindi non è che occorre vedere il bello anche se non c’è; sarebbe un’inutile forzatura, ma occorre vedere il bello lì dove è… ovvero ovunque, e a volte fare questo non è per niente facile, soprattutto se si sta soffrendo, ma si può imparare. NOn è necessario parlarne; io ne parlo perché forse il mio percorso potrebbe essere utile a qualcuno, ma oltre a questo, preferirei evitare. Molte cose vanno tenute per se, io penso; non va detto tutto. Solo il necessario. E’ più sano. 🙂

        Piace a 1 persona

      3. Avatar valy71

        Francamente vedo un po’ di contraddizioni in questo tuo discorso. Non ho detto che io dica tutto, solo che parlo liberamente. Anche io ho spesso offerto aiuto alle persone, ma è naturale che siamo tutti diversi, nondimeno la diversità è ricchezza. Ognuno stabilisce che cosa possa essere più sano per sé, ci mancherebbe.
        Mai detto il contrario. 🙂

        "Mi piace"

      4. Avatar Elena Delle Selve

        Vedi, io sono convinta che ci sono cose personali, ovvero esperienze, che possono essere utili anche ad altri; quindi ne parlo. Ma non riesco a dire più del dovuto, perché molte cose sono talmente personali, che non lo trovo sano per me e tantomeno lo trovo utile per gli altri. Ma è una scelta e ognuno agisce seguendo una sensibilità che è squisitamente personale. Non era un giudizio positivo o negativo nei confronti di chi lo fa; era solo una constatazione, nata dal tuo rimarcare che “anche tu ne parli liberamente”. Tutto qui. Dire, senza dire tutto, è un diritto che secondo me va preservato. Ed ognuno ha un limite personale in questo; non è una contraddizione, se ci pensi. E’ che ognuno ha un limite diverso. Ognuno dice quel che i propri limiti personali gli consentono di fare. Ed è giusto così.

        Piace a 2 people

      5. Avatar valy71

        Sono convinta anche io che non sia utile dire tutto. Ma quel che tu chiami rimarcare è semplicemente esprimere un’opinione, tutto qui.

        Piace a 1 persona

      6. Avatar Elena Delle Selve

        Ok, allora ho usato un’espressione infelice. Hai espresso un’opinione. 🙂

        "Mi piace"

      7. Avatar valy71

        Non hai usato nessuna espressione infelice, abbiamo espresso un’opinione! 🙂
        Trovo che sia davvero molto bello ed utile quello che scrivi e ti ringrazio molto per le tue condivisioni! 🙂

        Piace a 1 persona

  3. Avatar Brezza d'essenza

    Grazie Elena!! Mi ha appassionata tanto la tua storia e mi ha fatto tanto bene 💖

    Piace a 1 persona

    1. Avatar Elena Delle Selve

      Questo sarebbe l’obiettivo e se in qualche modo ti sono stata utile, ne sono davvero felice. Grazie a te per avermelo detto. 🙂 ❤️

      Piace a 1 persona

      1. Avatar Brezza d'essenza

        Sii… e spero che arrivi anche ad altre persone, perciò l’ho condiviso nel mio blog e lo condividerò anche su Facebook 🙏✨️

        Piace a 1 persona

      2. Avatar Elena Delle Selve

        Ma sei davvero gentilissima!! Mi fa immenso piacere. Grazie!!! 💗💥💗💥

        Piace a 1 persona

  4. Avatar Fa minore

    Ti ringrazio anche io per esserti esposta in modo davvero ammirevole. Certo, “tempo di lettura: lungo”, ma ne valeva la pena.

    Piace a 1 persona

    1. Avatar Elena Delle Selve

      Sì, ci vuole pazienza; ho provato a tagliare, ma certe cose andavano dette in un certo modo. 🙂 Grazie per aver letto tutto. 😉 😀

      "Mi piace"

      1. Avatar Fa minore

        Non posso dire che sia stato “un piacere”, perché è un racconto doloroso. Ma si capisce che è molto vero, e sicuramente (anche la sottoscritta, in alcuni punti) molti ci si ritroveranno.

        Piace a 1 persona

      2. Avatar Elena Delle Selve

        Sì, è stato doloroso mentre l’ho vissuto, ma dopo tanto tempo, penso di aver metabolizzato bene. E l’unica cosa che davvero mi ha aiutato in questo è stata quella di dedicarmi ad altro. Di concentrarmi su passioni ed attività che mi somigliano, che mi piacciono e che per me hanno un valore. Se qualcuno mi chiedesse come fare per uscire da una situazione di stallo, consiglierei di fare esattamente questo: dedicarsi a se stessi, volersi bene, guardare alle proprie passioni, che in un certo senso sono la stessa cosa. E lasciare che gli altri dicano e pensino quel che vogliono, perché i sensi di colpa vanno debellati; è vitale. Quel che non ammazza, rinforza… è un detto vero. 😉

        Piace a 3 people

      3. Avatar Fa minore

        Sono d’accordo!

        "Mi piace"

  5. Avatar azurea20

    Pocos estamos contentos con nuestra vida incluso sentimos que encajamos en la sociedad, sin embargo optar o probar otra vida se nos hace difícil.
    Disfruta de tu elección. Un abrazo.

    Piace a 1 persona

    1. Avatar Elena Delle Selve

      Sì, a volte scegliere non è per nulla semplice, ma col senno di poi, ne vale sempre la pena. E più è difficile la scelta e più ne vale la pena. 🙂 Grazie e ti auguro una buona giornata. 🙂
      Sí, a veces elegir no es nada fácil, pero en retrospectiva, siempre vale la pena. Y cuanto más difícil es la elección, más vale la pena. 🙂 Gracias, un abrazo y que tenga un buen día. 🙂

      "Mi piace"

  6. Avatar Frida la LoKa

    Evidentemente hai coraggio da vendere oppure eri al bordo dell’abisso, ma anche entrambe !!! ✨️🌷bel articolo 🙂

    Piace a 1 persona

    1. Avatar Elena Delle Selve

      Ti ringrazio molto, Frida; il coraggio non è innato, ma spesso è dato dall’istinto di sopravvivenza, secondo me. Ma ho imparato che mettermi alla prova, temprarmi nelle esperienze è molto ultile come allenamento per avere coraggio nei momenti peggiori. IN questo mi è stata utile e amica la montagna. La montagna non fa sconti; in certi frangenti, o ce la fai o soccombi… ed è un’ottima palestra di vita. Non ho fatto tutto da sola… i boschi e i monti hanno grande merito.

      Piace a 1 persona

      1. Avatar Frida la LoKa

        Ricordati che sei pura materia e cosa più importante, anche loto, quindi ne deriva una simbiosi perfetta! Se ben usata 🌼🌷

        "Mi piace"

      2. Avatar Elena Delle Selve

        Sicuramente sono materia, sicuramente sono anche mente, sicuramente sono anche Spirito; in merito all’equilibrio, cerco di imparare giorno dopo giorno a far del mio meglio, Frida. 😊 Grazie.

        Piace a 1 persona

  7. Avatar Kikkakonekka

    A volte non è facile.
    Hai un lavoro che non ti piace, ti trattano male, ti pagano poco.
    Ma a casa hai debiti, figli, esigenze… ed un altro posto di lavoro non tutti riescono a trovarlo, per cui ti fai andare bene quello che hai, anche se ti fa vomitare.

    Esatto: la lamentela serve a poco.
    Diciamo che, nella impossibilità/incapacità di dare una svolta alla propria vita, io propendo verso due strade:
    – apatia (cerco di separare il “me” interiore, dalla situazione di cacca in cui mi trovo)
    – allearsi (se hai un nemico: alleati ad esso). quindi farsi andar bene ciò che valuto negativo, e magari apprezzare di più i piccoli aspetti positivi che mi sa offrire (lo stipendio, per es.)

    Piace a 1 persona

  8. Avatar il mio tributo alla bellezza

    In realtà, Andrea, questa che ho raccontato è solo una parte della storia. Il resto lo racconterò in un secondo momento, anche perché altrimenti il post si sarebbe fatto troppo lungo. Personalmente ho scelto una strada diversa. Dopo quel trasferimento sono rimasta nei boschi per sette anni. Poi, per motivi famigliari gravi, sono dovuta andarmene altrove. È tipico; ogni sette anni, in noi avviene una chiusura di un ciclo e l’inizio di un nuovo periodo, ma questa è un’altra storia. Ho resistito poi altri 4 anni, in un’altra sede, dove la situazione era tale che ho maturato in fretta la decisione di licenziarmi. Un anno fa mi sono licenziata, dopo 18 anni di servizio. Non potevo allearmi con il nemico, non ne sarei mai stata capace. Non sono fatta per la finzione. E nemmeno potevo vivere una vita nella depressione apatica; ho troppo rispetto per me stessa e per la Vita per decidere volontariamente di renderla qualche cosa di smorto. Con due mutui e nessuna certezza, ho lasciato. Tutto qui. E lo rifarei, anche ora, mille volte. 😃😊😉 non mi sono mai pentita, solo avrei dovuto farlo prima, ecco. Ma meglio tardi che mai!! ☺

    Piace a 1 persona

  9. Avatar Leonardo

    Mi unisco agli altri, ti ringrazio per questa splendida condivisione e penso che la tua storia sia di ispirazione per tutti.

    In merito al silenzio dei boschi, proprio ieri leggevo che nei rituali di iniziazione degli indiani d’America, l’iniziato viene mandato da solo nella foresta.
    È lì che si manifesta lo Spirito Guida, in genere sottoforma di animale.

    In qualche modo è quello che hai fatto anche tu: quel silenzio è stata una manifestazione.

    "Mi piace"

    1. Avatar Elena Delle Selve

      Penso che gli indiani avessero preservato quel legame particolare che un tempo legava l’Essere Umano al mondo sottile, quello che si può percepire solo in una dimensione sovrasensibile. Quel mondo esiste. Ne parlano i testi sacri, i miti, le fiabe… ma chi ha i canali chiusi non lo può vedere, né percepire. Occorre ripulirsi prima da un mucchio di zavorra, oggi, per avere percezione di tutto questo, e molti non lo sapranno fare mai. A molti manca proprio un’anima. È come voler camminare senza piedi, o volare senza le ali… o amare senza un cuore.

      Piace a 1 persona

      1. Avatar Leonardo

        È la dimensione del sentire, qualcosa che non si raggiunge con l’intelletto e con il pensiero.
        Ecco perché bisogna togliere e non aggiungere, svuotarsi e liberarsi così da creare spazio.

        Piace a 1 persona

      2. Avatar Elena Delle Selve

        Esatto. La meditazione è la via.

        Piace a 1 persona

  10. Avatar I Master Art 🍔🌮🍕🍧🍩

    Hello Elena, I hope you happy. I want to share you about Golden Chicken, Minty Chocolate and Cappucino with beautifull picture. If curious what its, you can read and enjoy these content. I guarantee these contents so positive and good for mental health for you.

    Harbour Haven: A Culinary Journey of Savoring Golden Chicken and Fresh Vegetables in the Vibrant Atmosphere of Athena City

    Minty Chocolate Extravaganza: Discovering Bliss in Every Bite of Creamy Chocolate Tiramisu with a Touch of Freshness

    Reflections in a Cup: Exploring Identity and Inner Peace Through Cappuccino Chocolate Coffee in the Enchanting Venice


    Thank you and don’t forget to follow and share with your friends. 😊

    "Mi piace"

  11. Avatar Nicoletta Zappettini

    Ciao Elena!
    Prima di tutto grazie per aver condiviso la tua storia🤍
    Sai, la cosa che più mi fa riflettere da un lato e mi “spaventa” dall’altro è che leggendo mi sono resa conto di provare alcune tue stesse sensazioni o in qualche modo sento di trovarmi in situazioni simili a quelle descritte nella prima parte del racconto, penso anche che siamo in tanti.
    Questo racconto fa bene, fa riflettere su una marea di cose, è importante perché ha un percorso e un finale positivi e coraggiosi.
    Grata come sempre🤍

    "Mi piace"

    1. Avatar Elena Delle Selve

      Grazie a te, Nicoletta. Sai, quando ripenso a certe esperienze, quello che sovente mi ritorna in mente è proprio la falsa convinzione che avevo sul fatto che io ero l’unica che stava vivendo una situazione simile. Con il tempo ho capito che ovviamente non è così. Molto mi hanno aiutato proprio i blog e le persone che di queste situazioni raccontavano. Ho capito che è una situazione talmente diffusa che il motivo deve per forza essere legato al tipo di organizzazione sociale che ci siamo costruiti. Ci siamo allontanati troppo da ciò che è a misura d’uomo nel nome del progresso, della tecnica e del materialismo più sfrenato. Il disagio diffuso nasce da questo. Ci stiamo perdendo la nostra parte più umana e la capacità di pensare, di concentrarci sulla Bellezza. Questo destabilizza, ci rende deboli, piccoli, facilmente manipolabili e terrorizzabili. Crediamo a tutto ciò che ci danneggia e non vediamo più ciò che ci salva. Non c’è da stupirsi se l’hobby più diffuso è la lamentela e il giudizio malati. C’è soluzione?! Si, ovviamente, ma solo per chi vuole vederla.

      Piace a 2 people

      1. Avatar Nicoletta Zappettini

        Concordo pienamente con tutto!
        E poi è verissimo, la soluzione c’è, ma solo per chi vuole vederla…
        Grazie davvero ancora

        "Mi piace"

  12. Avatar unallegropessimista

    Certo ora certi tuoi pensieri sono più chiari e comprensibili-

    "Mi piace"

    1. Avatar Elena Delle Selve

      Mi fa piacere. La chiarezza è importante. I motivi che spingono una persona a dire e fare certe cose, anche. Per chi vuol capire e ha la pazienza di ascoltare, ovviamente. ☺ Grazie.

      "Mi piace"

  13. Avatar Nemesys

    Un bellissimo post anche se piuttosto lungo, ma val3va la pena di leggerlo einomi fondo. Grazie per 3sserti così esposta a raccontare la tua storia dalla quale ognuno può prendere d3gli ottim8 spunti per migliorarsi. Buonanotte 🌹

    "Mi piace"

  14. Avatar Le perle di R.

    Ho letto questo articolo attraverso la condivisione di Brezza d’essenza, ma ricordo che sei passata da me un po’ di tempo fa ed io ho ricambiato. Ma volevo dirti che ho trovato diversi miei pensieri e modi di fare nel tuo raccontarti e che, purtroppo, anche io ho dovuto affrontare una esperienza che ha colpito il mio fisico in un periodo di disagio di spirito, incomprensibile ai tempi. Credo in molte delle questioni da te descritte in questo articolo; tra cui la responsabilità di ciò che ci accade da attribuirsi sempre a noi stessi, la lamentela da considerarsi uno dei mali più difficili da estirpare in questa società, nell’importanza ed essenzialità del cambiamento, ecc… Credo che siamo bombardati da condizionamenti da tutto quello che ci circonda e che in te si è insinuato il malessere attraverso la tv e la routine, in me invece lo ha fatto la tecnologia – cellulari, internet, social – e la vita basata sulle uscite serali e/o notturne creando il vuoto nel resto della giornata. Nonostante, da quanto ho capito, abbiamo in comune la riservatezza e il bisogno di libertà gli elementi che possono colpire malamente una persona possono essere così molteplici e soggettivi da rendere complesso trovare la chiave per ognuno.
    Ti ringrazio per aver condiviso la tua esperienza, anche con me visto che mi ha raggiunta 🙂 e grazie per l’opportunità di esprimere anche me stessa attraverso il tuo racconto.

    Piace a 1 persona

    1. Avatar Elena Delle Selve

      Ma io ringrazio te con tutto il cuore; e anche Brezza d’essenza per la condivisione. 🙂 Della dipendenza da social e via dicendo, scrissi in un altro post, quindi, come vedi, le dinamiche si ripetono in modo simile per tutti, anche se con viariabili minime dovute alla soggettività della persona (che in parte, fortunatamente, ancora si preserva). Penso che ci troviamo tutti in una situazione di cui è urgente rendersi conto, per potersene liberare. Scrivo anche per questo, seppure, come tu hai capito benissimo, un po’ mi pesa condividere troppo. Trovare la chiave è molto complicato, a meno che non si dia una taglio netto a tutto, come ho fatto io, andando via, chiudendo le porte alle farneticazioni, alle ingerenze, ai condizionamenti; ma non tutti se la sentono, non tutti possono, non tutti trovano la forza, perché si sentono addosso le responsabilità dei figli, del lavoro e via dicendo. Tuttavia, davvero è vitale rendersi conto e porre un freno a questa dimensione illusoria che ci siamo lasciati creare attorno, quantomeno per provare a salvarsi. Almeno se si è consapevoli, si può tentare un’azione di resistenza. Ti lascio un grande abbraccio e grazie di nuovo per aver condiviso. 💛🌻

      Piace a 1 persona

      1. Avatar Le perle di R.

        Per mia fortuna, non sono mai stata dipendente dai social o tecnologie, mi creavano e creano stanchezza mentale e ansia. Ancora oggi li uso solo quando ne ho bisogno.
        Sul resto sono d’accordo con te.
        Grazie ancora, per tutto 🌻

        Piace a 1 persona

      2. Avatar Elena Delle Selve

        Meglio così; non sono salutari se usati in modo compulsivo. Io me la son cavata con poco; mi è andata bene. Mi hanno salvata i libri, anche lì. 🙂 UN saluto e buona notte. 🙂

        Piace a 1 persona

  15. Avatar cmartzloff

    Thank you for sharing your story and for being so honest! I appreciated reading this.

    Piace a 1 persona

    1. Avatar Elena Delle Selve

      I’m really happy if you liked this article; thank you for reading it. I hope it is useful to someone who perhaps is experiencing a situation similar to the one I experienced. A greeting.🌻🌻💛

      Piace a 1 persona

    1. Avatar Elena Delle Selve

      Anche a te, buon sabato e buona domenica. 🙂

      Piace a 1 persona

      1. Avatar worldphoto12

        Grazie mille gentilissima.
        Giovanni

        Piace a 1 persona

  16. Avatar crisbiecoach

    Che bel pezzo di vita che hai raccontato Elena! Complimenti per aver affrontato il cambiamento nonostante le critiche ricevute. Gli animali sono una salvezza, sono d’accordo, io non potrei vivere senza un gatto 🐈 che è anche la mia fonte di ispirazione quotidiana.

    Piace a 1 persona

    1. Avatar Elena Delle Selve

      Ah con me, con i gatti sfondi una porta aperta; ne ho due, con due caratteri diversissimi. Uno che viene dai boschi, uno che viene da un fienile. Uno piccolo e magrolino, l’altro pacioccone e ben pasciuto. Uno super attivo, l’altro pigro e indolente. E’ uno spasso starli a guardare. Hanno molto, molto da insegnarci, loro. E poi il cane, la mia cucciola, la mia ombra… sempre con me. Sanno essere davvero un punto di riferimento, soprattutto quando la vita richiede più impegno del solito. Meravigliosi!!! 💛💛💛💛💛💛🥰🥰🥰🥰🥰🥰

      Piace a 1 persona

Scrivi una risposta a cmartzloff Cancella risposta