Li ho sempre visti camminare a braccetto questi due; il dubbio e l’umiltà, perché per coltivarsi il dubbio, occorre necessariamente avere l’umiltà di ammettere con se stessi, che non si sa tutto e che quello che si sa, può essere cambiato, perché errato o inesatto. Più si agevola il cambiamento con la dovuta umiltà, e prima ci si avvicina alla Verità. Capiamoci però sul termine umiltà: l’umiltà io la intendo in un modo solo: essere disposti ad aprire la mente a nuove idee. Punto. Non parlo di umiltà in altre accezioni che con me, ve lo ribadisco ce ne fosse bisogno, non hanno niente a che fare! 😀 😀

Ogni tanto si rasenta l’eccesso nel viziare e coltivare il Dubbio, proprio perché si viene sviati dal termine “umiltà” e allora in quel caso si parla di complesso, incertezza, insicurezza, rendersi servi e schiavi; eh no!! Sta roba no, eh!! Gli eccessi non vanno mai bene e snaturano il rapporto con il Dubbio, trasmutandolo ad ottave basse inutili, se non dannose. Ma finché c’è un Dubbio coltivato con equilibrio, le cose girano meglio, per il semplice fatto che chi è dubbioso sposa la fiducia di trovar risposte alle domande, e il più delle volte, così facendo le ottiene.

Chi si fa delle domande, vive meglio, perché non si annoia e in questo, il rapporto intimo con il Dubbio, offre garanzie incrollabili. Chi cerca, si salva dalla mediocrità di una inutile rassegnazione; si salva da se stesso e anche dai potenziali pericoli e dalle mediocrità dati dalle inconfutabili certezze che la vita pone con prepotenza, o con fare subdolo, sulla via. Una volta dissipato un Dubbio, tuttavia, si può procedere allegramente e dedicarsi ad un altro; è un succedersi promiscuo di rapporti con amanti potenzialmente infiniti.

Il dubbio diventa antipatico e debilitante quando viene usato come arma per fomentare zizzania; si insinua il dubbio con finalità negative, come una serpe nell’armonia di un rapporto, ad esempio, o di un gruppo, e se non ci si accorge che è un elemento di disturbo creato appositamente, e lo si lascia lavorare nella direzione sbagliata, diventa convinzione tossica e malevola; un dubbio di questo tipo, sa creare mostri, ma non ha colpe in quanto dubbio. La responsabilità è sempre di chi usa gli strumenti utili per fini malevoli.

Il dubbio deve essere accolto con criterio ed equilibrio e soprattutto occorre capire chi lo raccomanda, prima di farlo entrare nel proprio letto. Il famoso motto del “divide et impera”, ovvero dividi per controllare meglio, utilizza spesso il dubbio malevolo con ottimi risultati; un po’ come una meretrice che ci sa fare. L’antidoto? La verifica della Verità con azioni concrete e con mente aperta e libera.

Il dubbio viaggia spesso in compagnia della Volontà di fare, perché se c’è un’attività che richiede Volontà, questa è proprio la Ricerca Dubbiosa. Quindi il dubbio ha due accompagnatrici di un certo livello: la Volontà e l’Umiltà nel cercare la Verità. Non c’è Pigrizia fra le frequentazioni del Dubbio, invece, perché lui è una presenza scomoda, complicata, che richiede impegno e una certa fatica. E’ un amante potenzialmente molto esigente e quasi sempre insoddisfatto e che sovente, lascia altrettanto insoddisfatti; non è un rapporto facile. Per conviverci occorre amarne i frutti, ovvero la ricerca della Verità, e infine, la Verità stessa… ma deve essere proprio un amore senza limiti.

Il Dubbio disdegna la Lamentela fine a se stessa; le è indifferente, la tratta come se non esistesse, proprio perché non porta ad alcun risultato, se non arrecare danno a chi la propone e a chi la subisce. Per il Dubbio, la lamentela equivale alla benzina come soluzione per spegnere un incendio; fomenta caos e non offre soluzione.

Esiste una variante inutile del Dubbio che solitamente si spinge fino allo stremo; si chiama Scetticismo Sterile; quell’atteggiamento che implica una presa di posizione ferma, ma che non ha nessuna voglia di mettersi a cercare una posizione alternativa. E’ sterile perché non cerca nulla, se non la conferma della propria sterilità e da esso, nulla nasce. Dormire con questo tipo di amante è come dormire con un coccio di legno umido, che ha sempre i piedi freddi perché impregnato di paura. E puzza, perché la Paura puzza sempre.

Lo Scetticismo Sterile va sempre a braccetto con la Paura di abbandonare le proprie convinzioni, o abitudini e per non prendersi la responsabilità di gettarsi nella ricerca in un campo ignoto. Tutto quel che ha a che fare con la Paura, puzza di immobilità e morte, come se fosse un elemento deposto in una cripta di un qualsiasi camposanto abbandonato. Pessima compagnia. Lo Scetticismo fermo è ancorato a delle convinzioni precise, sempre le stesse, per tutta la vita o per buona parte della vita, e come obiettivo c’è quello di non discostarsi mai da tali convinzioni; a livello cardiaco non ha aperture, è una tomba sigillata nel buio; a livello intellettivo è ad angolo ottuso, spigoloso e sgradevole da abitare.

Il dubbio però, c’è da tener da conto che è un ottimo seduttore, ma confonde le idee spesso e volentieri; chi si fa sedurre dal dubbio, si addormenta in un letto e magari si risveglia in un altro. Il rapporto intimo e continuativo con il dubbio, quando è fertile fa nascere idee concepite nello stupore e nell’incredulità. Il dubbio è il potenziale motore di un laboratorio sempre operativo.

Quando queste idee crescono, sovente c’è un’ espansione della coscienza, quindi chi si lascia sedurre dal dubbio, deve sapere che ha bisogno di spazi ampi, per far crescere i figli che nasceranno; in spazi chiusi e angusti, gli amanti del dubbio non vivono bene e le idee che vengono alla luce, si ammalano e si spengono in un lento e funebre processo di ripiegamento su se stesse.

Il dubbio se è costruttivo ama la Luce; la brama con trasporto, con enfasi irrefrenabile e quando la incontra, si allarga in un sorriso di soddisfazione e si lascia andare a un amplesso che sprigiona intuizioni e nuovi stimoli a chiarire altro e continuare la sua arte amatoria di ricerca. Il dubbio necessita di menti aperte, ariose, pronte e libere che lo sappiano accogliere affinché possa dare frutto, e si circonda di pensieri ostici o leggeri, a seconda della conquista che vuole fare, nonché di una certa prontezza di riflessi, per saper afferrare le intuizioni che in seguito all’incontro, inevitabilmente scaturiscono come scintille feconde.

Il dubbio preferisce interessarsi di chi è pronto all’azione, pur di dissiparlo; non ama l’immobile speculazione che si allontana dall’esperienza diretta. Nell’immobilità si coltiva la paura e la morte; il dubbio ha bisogno di movimento e conduce alla vita di nuove idee e di altre Verità. Il dubbio nasce nell’astratto pensiero e trova conferme nella materia, nell’atto pratico, nel movimento esperienziale. Se ci si deve innamorare di un dubbio, occorre essere disposti a un marcia di fatica, a una partecipazione attiva e convinta, prima di arrivare alla soddisfazione amorosa e all’espandersi di una reale soluzione di Verità; di buono c’è che alla fine, ne vale sempre la pena. 😉

Non so se mi sono capita, ma nel dubbio, lascio qui questa guida per cercare di dipanare i dubbi di chi non sa se continuare a vivere nella mancanza, o abbracciare i benefici di una vita prospera.

14 risposte a “Quando si vive da anni con un amante scomodo”

  1. Avatar coulelavie

    Per me tu hai un piano che stai perseguendo con ogni energia…

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    1. Avatar Elena Delle Selve

      Il mio piano è quello di non innamorarmi di qualche cosa che mi debiliti irrimediabilmente e di continuare a coltivarmi una sana passione per chi e cosa mi porta ad essere ogni giorno un po’ migliore del giorno prima. Il piano è questo; che io riesca ad attuarlo o meno, poi, è un’altra storia. 😀

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      1. Avatar coulelavie

        Sì, sono certo che ce la farai. 🙂

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      2. Avatar Elena Delle Selve

        …vedremo; questa vita è tutta una sfida. 😀

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  2. Avatar Leonardo

    Bell’articolo, mi piace l’associazione che hai fatto tra umiltà-dubbio-verità.

    Ho capito che ognuno di noi è un grande opportunista: quando abbiamo in mente qualcosa sfruttiamo tutto il possibile per ottenere quello scopo e portare acqua al nostro mulino.
    Pertanto il dubbio lo posso “usare” nella mia ricerca della verità (con atteggiamento di sincera e allo stesso scomoda apertura) oppure per smontare le tesi opposte alla mia (così da mantenermi saldo nella mia certezza).
    A volte non si è consapevoli di questo opportunismo anche perché paradossalmente ci danneggia: pur di restare nella zona sicura, siamo disposti ad auto-sabotarci e rimanere in uno stagno putrido di commiserazione ed astio verso tutto e tutti.

    Serve un enorme gesto di onestà verso sé stessi per capire cosa si vuole davvero: anche fosse qualcosa di infantile, infimo e poco nobile.
    Farlo da soli non è affatto semplice.

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    1. Avatar Elena Delle Selve

      Belle le tue riflessioni e molto condivisibili. Penso che la ricetta magica, se così si può dire, è spostare l’attenzione da quello che pensano gli altri, a quello che stai facendo tu. Quello che fanno gli altri può esserti utile, ma non è utile metterlo sotto giudizio. Il giudizio ti limita, mentre l’apertura del cuore ti permette di attingere anche da fonti che altrimenti non prenderesti mai in considerazione. E a volte questo sarebbe davvero un errore madornale. Se ti liberi dal giudizio, ti liberi anche dai limiti dati dalle tue convinzioni che, a volte e senza saperlo, ti chiudono le porte, anziché aprirle. Se ti concentri su quello che devi fare, non hai tempo per provare astio, perché sei troppo impegnato a cercare. 🙂

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      1. Avatar Leonardo

        È una buona ricetta magica!

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      2. Avatar Elena Delle Selve

        Funziona bene, per l’obiettivo che ci si pone. 🙂

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  3. Avatar kagould17

    I really like this article, because as a young man, I was always filled the doubt about everything. As I grew older, I tried new things and forced myself out of my comfort zone, sometimes with bad results, but I took steps forward and realized a lot of that doubt was misplaced. I still have doubt and do agree with you that humility is much better than the “Hey, look what I did” bravado that is so much on display these days. Have a great Monday Elena. Allan

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    1. Avatar Elena Delle Selve

      Yes, in reality here doubt is taken as a positive factor, even if it is true that one should not exaggerate. But whoever has no doubts, in my opinion, is very dangerous. Socrates said he knew he didn’t know. Very often it is despots and dictators who have no doubts. A greeting, Allan.

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  4. Avatar Kikkakonekka

    Bell’approfondimento.
    Dubbio e umiltà.
    Nel mio caso – parlo di me – non sempre vanno a braccetto.
    Io vivo di dubbi (religiosi, scientifici, conoscitivi, lavorativi…) ma ho anche l’umiltà – spinta dalla curiosità – di voler capire, approfondire e conoscere.
    Dopo che ho capito, approfondito e conosciuto, tuttavia, l’umiltà (solo riguardo quell’argomento, sia chiaro), si dissolve, perché sono convinto di aver compreso quanto dovevo.

    Faccio un esempio concreto, perché forse non sono stato chiaro.
    Parlavamo tra colleghi di auto elettriche, i loro consumi, tempi di ricarica, costi e autonomia.
    Non essendo afferrato in materia, mi sono incuriosito, ed ho letto un paio di articoli scritti da un famoso divulgatore scientifico. Pertanto dubbio (non conosco) e umiltà (cerco di capire).

    Poco tempo dopo, di fronte al collega che negava quanto io affermassi, la umiltà si è dissolta: io mi sono informato, ho letto, ho capito e posso ragionevolmente affermare qualcosa.
    Lui ha “sentito dire”, e pretende di sapere le cose meglio di me. No: di fronte all’ignoranza, io non ho nessuna umiltà.

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    1. Avatar Elena Delle Selve

      E fai bene, ma il passaggio successivo al dubbio umiltà ricerca non l’abbiamo ancora affrontato. 🤣 Quando hai degli argomenti fondati su dati oggettivi, allora li puoi condividere; anzi, secondo me è utile che tu lo faccia. Ma oggi, vedi viviamo in un mondo molto confuso, dove pochi sono disposti a faticare per avere informazioni pulite con l’unico scopo di condividerle e crescere insieme, in modo collaborativo; e comunque tutto è contestabile fino a prova contraria, quindi, la ricerca della verità è un processo che non ha mai fine… in questo consiste l’umiltà di “sapere di non sapere”, come disse Socrate. Onestamente io ho sempre più il sentore che alla gente non interessi capire come stanno le cose, come funzionano veramente; senza voler generalizzare, ma alla gente oggi interessa avere ragione. Quando io vengo avvicinata da chi ha questo unico obiettivo, lascio cadere il discorso, perché è quanto di più inutile e fine a se stesso si possa fare, discutere con chi non ha l’obiettivo di giungere insieme a una soluzione di uno o più problemi. E’ tipico di chi si sente sempre in competizione, di chi vuole dimostrare che “ne sa più degli altri”, di chi, spesso, è infastidito dal fatto che tu dimostri di esserti documentato, perché la competizione, vanifica tutto lo sforzo che si può fare per dare delle risposte. Ho vissuto in ambienti competitivi per anni e riconosco a naso chi ha questo tipo di mentalità; se li riconosco, li evito, come la peste!! Se entri in contatto con queste menti, sai già che non ne uscirà nulla di buono, perché il loro obiettivo non è cercare una soluzione buona per tutti, ma cercheranno di prevalere sugli altri, a costo di snaturare i fatti, i dati che si hanno a disposizione, per apparire i migliori ed avere ragione. Se vuoi un consiglio spassionato, per avere soddisfazione ed essere utile a te stesso e al prossimo, cerca e condividi le tue idee solo con chi ha l’interesse di crescere con e per gli altri; con chi non è invidioso e con chi sa collaborare senza mettersi in competizione. Lascia perdere chi ha la sindrome del gallo e vuole dimostrare a tutti i costi di essere il migliore. 😉 Quelli non ti portano a nulla, Andrea, se non al fastidio di doverli evitare. Se il tuo collega vuole solo avere ragione e non vuole capire, dagli ragione. Fine. Questo perché ci devi convivere. NOn significa essere umili; significa solo sapere con chi hai a che fare e regolarti di conseguenza. Io non discuto con chi si pone in questo modo; ma se proprio insiste e diventa invadente, (perché ci sono quelli che se non gli dai soddisfazione con uno scontro frontale, come fanno i galli da combattimento, si offendono) lo banno, lo escludo, non mi interessa!! 😉

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  5. Avatar unallegropessimista

    Il mio approccio alla vita è agnostico e il dubitare è prassi.
    Poi nella quotidianità si gioca molto, almeno io. Ognuno di noi fa vedere di se stesso quello che preferisce.
    L’umiltà comunque non è sempre un pregio.

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    1. Avatar Elena Delle Selve

      Concordo, un po’ su tutto. 🙂

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