Questo corto mi ha colpito, per la grafica, il disegno indefinito, che rappresenta bene lo stato d’animo che si ha a volte, quando i ricordi si accavallano con i pensieri del momento, e incalzano fra immagini più o meno nitide, ed emozioni più o meno indefinibili. Sono una fan di chi non si scorda mai che l’unica certezza che abbiamo è la nostra inesorabile fine. Sì, insomma: per chi è sempre spaventato dall’imprevisto, dovrebbe rendersi conto che Sorella Morte è l’unica vera compagna affidabile, perché non manca mai l’appuntamento, qualunque cosa succeda. Va rispettata anche per questo, io penso.

Per questo non disdegno il due di novembre come festa commemorativa di chi ha già oltrepassato la soglia; perché è anche un momento utile per chi, se vuole, può meditare un attimo sulla propria condizione che, ricordo se ce ne fosse bisogno, è piuttosto effimera. Questo pensiero mi ha sempre dato una certa serenità, perché mi riporta con i piedi per terra, mi ricorda che per quanto io mi affanni, per quanto io mi preoccupi, alla fine l’ultima parola non sarà comunque la mia. 😀 Perché l’ultima parola ce l’ha sempre Lei. E’ l’unica responsabilità che non mi devo prendere, e non è una responsabilità da poco. Per questo sono grata a Sorella Morte; mi toglie dal groppone un onere pesantissimo, ovvero la scelta del momento in cui morire. Già non sappiamo bene come scegliere di vivere, figuriamoci se avessimo anche questa responsabilità, che casini che combineremmo.

La vita è un soffio, ma noi non ce ne accorgiamo, tranne nei momenti in cui qualcuno attorno a noi, emana l’ultimo. Per questo è bene fare lo sforzo di pensare a QUEL momento, ogni tanto. All’ultimo istante che ci è concesso per vivere, intendo. Anche per smettere di temerlo tanto; perché il fatto che si teme la Morte, che se ne ha tanta paura è il modo migliore per attirarla a noi. Questo vale per tutto, compresa la malattia, ma anche compresa la salute, di contro. Dipende da cosa scegliamo di avere nei nostri pensieri, da che cosa lasciamo che ci condizioni emotivamente.
La paura è un’emozione potentissima; assomiglia un po’ alla rabbia in questo, ed ha molta energia e tutto quello che noi associamo a questa emozione, inevitabilmente si avvicina a noi, viene a fare parte della nostra esperienza.
1.Tu hai paura di cadere? Ed allora è facile che cadi. Se non ci pensi, non cadi.
2. Tu hai paura di ammalarti? Ed allora è facile che ti ammali. Se non pensi continuamente alla malattia, ma pensi a cose allegre, piacevoli, gratificanti (e ti ricordo che il mondo è pieno di sta roba) difficilmente ti ammali.
3. Tu hai paura di perdere il lavoro? E allora è facile che perdi il lavoro. Se pensi come consiglia il vangelo, che se tu chiedi ti sarà dato, allora non dovrai mai preoccuparti di questioni materiali, perché ti verranno date in abbondanza.
4. Tu hai paura della guerra? Beh., è il modo migliore per chiamare la guerra finché arriva. Ma se tu non ascolti ogni notiziario, non leggi ogni giornale e ogni post che parla di guerra, contribuisci a tenerla lontana, contribuisci a toglierle energia, a renderla debole. La guerra è un eggregore, una forma pensiero che si alimenta di paura, di emozioni negative. Tu continua a temerla e a parlarne e lei cresce. La regola è l’indifferenza; ciò che subisce indifferenza si spegne da sola. E’ una Legge. E tutti dovremmo applicare questa Legge, in massa, anziché stare davanti alle televisioni e ascrivere post chilometrici per farci venire la cagarella.
5. Tu hai paura della Morte? E allora è facile che la Morte ti venga a fare visita, in un modo o nell’altro; perché la paura di pensarci, di vederla, di parlarne, non è che la rende meno presente, tutt’altro!! Lei lavora sempre con lo stesso ritmo, ogni giorno, ovunque, anche se noi fingiamo che non è così, ma sceglie delle vie preferenziali per chi la invoca con la paura. Perché la paura è un’energia molto potente. Per questo chi deve controllare le masse lo fa usando la paura. Mica sono scemi, quelli! Sono satanici, ma non scemi. E’ una legge fisica e funziona esattamente così. E chi innesca terrore associandolo a determinate situazioni (vedi la guerra), fomenta la guerra e queste cose le sa benissimo.

Per capire che questa cosa è verissima, basta farci caso, basta metterci la dovuta attenzione nel proprio quotidiano. Non dico questo perché ho velleità da filo necrotica, gotico-macabra, o perché mi voglio dare arie da seguace delle ultime mode sataniste che vanno per la maggiore un po’ ovunque, oggi, ma per dare più forza e più valore alla Vita che sto (che stiamo) vivendo. L’unica arma che abbiamo è la consapevolezza di come funzioniamo.
Dico questo perché è la nostra psiche che funziona così; noi siamo energia e tutto ciò che pensiamo, innesca una reazione emotiva, ed ogni reazione emotiva innesca delle energie. Ed energie simili, non è vero che si respingono, ma si attraggono. Funzioniamo come delle calamite; attiriamo quello che siamo in termini profondi ed emozionali, non quello che desideriamo in superficie. Il pensiero è solo un innesco, ma non ha potere se non è sostenuto dall’emozione; è l’emozione che ha potere. E la paura è un’emozione fortissima. I vecchi non avevano paura della morte; sapevano che c’era, che arrivava, ma non la temevano, la esorcizzavano, anche ridendoci su, non la nascondevano, perché se una cosa la conosci bene, ti fa molta meno paura. Ma se la rifiuti, beh… te la tiri addosso.

Se noi siamo impauriti, attiriamo paura, se noi siamo terrorizzati da qualcosa, attiriamo esattamente quella cosa. Fantascienza? Ok, Fate delle prove, magari con un’ emozione piacevole, possibilmente, che vi porti a esperienze positive e vediamo che succede. Io dico sempre che per capire, bisogna sperimentare, così evitiamo chiacchiere e resistenze inutili date da convinzioni incancrenite.
Bene, dopo aver detto questa cosa su come funzioniamo, e sperando di essere stata utile in tal senso, passiamo al corto animato: questo corto potrebbe essere ciò che vediamo quando stiamo per alleggerire il nostro corpo fisico dalla presenza della nostra parte non fisica, quando moriamo. Ovviamente non lo possiamo sapere come avviene, finché non facciamo il passo. Ma se è vero quel che si dice spesso che quando moriamo “la vita ci passa davanti e la rivediamo tutta in pochi secondi”, queste immagini potrebbero ipoteticamente essere vicine a questa situazione.
Ma poniamo che queste immagini ce le guardiamo dentro noi stessi anche prima di arrivare alla fine, ogni tanto; questo ci permetterebbe di fare un bilancio per quanto riguarda la vita vissuta fino a questo momento, no? Ma si sa, i bilanci sono il più delle volte roba che si preferisce rimandare a fine anno, perché si rischia di rendersi conto che ci sono dei buchi, delle cose che non vanno, delle mancanze da colmare.

Fare bilanci a metà anno è da masochisti, si dirà. Eppure, un bilancio fatto per tempo, potrebbe prevenire il totale fallimento; nel caso specifico della nostra esistenza, potrebbe prevenire il rimorso dell’ultimo istante; il rimorso per non aver fatto una o più cose che avremmo tanto desiderato fare, o per aver fatto cose di cui ci siamo amaramente pentiti e alle quali non abbiamo mai posto rimedio. Adesso, magari il tempo per rimediare c’è ancora, ma domani, o fra un attimo… chissà… 😀 😀
I bilanci a metà anno, o mentre ancora si ha del tempo da vivere, non servono per sentirsi deboli, in colpa o per vergognarsi di qualche cosa che di noi non ci piace; servono invece perché danno l’opportunità di rimediare, di migliorare, di essere quello che vogliamo essere, fino in fondo. Ogni attimo è un’opportunità. I bilanci servono per fare il punto della situazione, per liberarsi dalle zavorre e vivere meglio, più leggeri, e arrivare così fino all’ultimo momento, quando si potrà prendere il volo senza sentirsi il cuore appesantito dalla porcheria di cose non dette o non fatte, con il sorriso sulle labbra. Un tempo, alcuni vecchi morivano con quel sorriso sulle labbra; io li ho visti. Oggi non lo so se accade ancora.

I bilanci a metà percorso servono per darsi la possibilità di vivere degnamente e di morire con altrettanta dignità quando arriverà il momento; di “morire bene”, come si diceva un tempo. Perché un tempo, non si aveva paura di parlare della morte. Non la si nascondeva per paura, non la si ignorava per paura.
Come dite? Questi discorsi vi deprimono? Peccato, perché l’intento è esattamente l’opposto, cioè quello di dare uno spunto utile a chi oggi pensa che oramai quel che è fatto è fatto e non c’è più molto da fare. L’intento è quello di dire a chi è rassegnato e pensa che oramai è troppo tardi per rimediare a certe cose, che invece non è mai troppo tardi per nulla; finché c’è un’alito di vita, finché c’è energia, si può fare tutto. C’è gente che negli ultimi tre giorni di vita è riuscita a sistemare questioni che non aveva mai avuto il coraggio di sistemare nell’arco di un’intera esistenza, ed è morto bene, con un sorriso sulle labbra.
Non so voi, ma io ci farei la firma, visto che forse, toccherà anche a me prima o poi…. MA DETTO QUESTO, A CHI LEGGE, E ANCHE A CHI NON LEGGE, IO AUGURO SEMPRE E CON TUTTO IL CUORE,
(come direbbe il mitico vulcaniano Spock di Star Trek)
LUNGA VITA e PROSPERITA’!!! 😁👌💛
Non a caso, (il caso non esiste) ti lascio il manuale per vivere una vita lunga, prospera e felice.



Scrivi una risposta a Nicoletta Zappettini Cancella risposta