L’errore che si fa sta sempre qui; nessuno obbliga nessuno a fruire di quella roba. E’come se tu mi dicessi: no, guarda; porto queste scarpe che mi fanno un male terribile ai piedi, ma siccome sono belle e le portano tutti, non me le tolgo. La responsabilità è sempre personale ed è molto dannoso deresponsabilizzarsi dando la colpa a terzi. Il danno, i risultati non cambiano, se anche ci si deresponsabilizza. Chi clicca il tasto play sul telecomando, non è la tv.

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Risposta sbagliata, di nuovo. 🤣 Ti ricordo che le televisioni, soprattutto quelle private, rispondono alla legge del: “Ti offro quello che chiedi”. L’odiens è basato su questo meccanismo: se nessuno guarda un programma, il programma viene chiuso. Ma se tutti e per molto tempo, per anni, guardano un certo programma, con determinate caratteristiche, allora quel programma avrà lunga vita e tanta prosperità; ti risuona? I programmi televisivi che la gente oggi guarda, sono esattamente quelli che chiede di poter guardare. Hai mai sentito qualcuno chiedere con forza e insistenza se per favore si possono fare dei programmi culturali serie e davvero impegnati in televisione? Non credo proprio. Anche i documentari si sono adeguati a una misera spettacolarizzazione e danno alla gente solo quello che vogliono sentirsi dire. La gente impazzisce per il grande fratello e per la De filippica, altrimenti queste robe sarebbero state archiviate da tempo. Quando si ragiona sempre, o per la maggior parte del nostro tempo, con gli istinti bassi (paura, sesso, aggressività, frustrazione, invidia, voglia di rivalsa e chi più ne ha e più ne metta), beh, gli istinti bassi richiamano esattamente ciò che chiedono. Ora, in questo, secondo te, la responsabilità è di chi fa i programmi, o di chi alimenta i palinsesti perché li guarda? Prova a togliere i programmi del dolore alle casalinghe e ai depressi italiani che ogni pomeriggio se ne stanno distesi sui divani a guardare gente che si dispera e piange raccontando le proprie disgrazie personali al pubblico… e poi vediamo cosa succede. Prova a togliere le partite di calcio dai palinsesti dei fine settimana. Prova a togliere i programmi come grande fratello e le isole dei miserevoli, e poi vedi che succede. La televisione è il popolo e se il popolo che fa la televisione guardandola è scadente, la televisione è scadente. All’epoca del Maestro Manzi, la gente che guardava le televisioni era pura e ingenua come i bambini; gente che non sapeva leggere, scrivere, ma che aveva patito la fame e la guerra; gente pulita, che aveva preservato dignità e rispetto per se stessa e per il Sacro, insomma. E la televisione era pulita e di alto livello, di conseguenza. Poi è arrivato il boom economico… il materialismo più sfrenato, la voglia di divertirsi fine a se stessa, e la televisione si è adeguata al nuovo tipo di persone. Tutto qui. La responsabilità è sempre personale. SEMPRE!!! E prima lo capiamo, prima smettiamo di lamentarci e prima ognuno fa la sua parte per cambiare le cose. Altrimenti vuol dire che ci sta bene il mondo nel quale viviamo e le televisioni che ci meritiamo e punto. Ma in questo caso, occorre tenersi tutto e stare zitti, senza lamentarsi, perché viviamo esattamente quello che siamo.

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…e più volte al giorno te ne ricorderai, e meglio vivi! Non ho bisogno di incrinare certezze; avrei solo bisogno di conoscere molte persone più consapevoli in questo Paese che dorme sonni pericolosamente tranquilli. Quando il predatore aspetta dietro il vetro di uno schermo in salotto, addormentarsi in continuazione non è mai una buona idea, ma ognuno si gestisce come vuole, ovviamente. Roba rara la consapevolezza, troppo rara. E ti assicuro che nessuno ha bisogno di incrinare certezze di questo tipo, perché personalmente mi hanno salvato la salute e l’esistenza; semmai molti, ma proprio molti, hanno bisogno di farsi venire qualche serio dubbio in senso opposto. Ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, quindi ad ognuno la sua musica, ad ognuno il proprio destino. E’ giusto così.

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