Ci ho pensato bene in questi giorni di calura dove ho cercato rifugio fra le fronde fresche e ombrose dei boschi; le fiabe non raccontano storie vere, ma sono vere! Può sembrare un controsenso, ma non lo è, ti assicuro. Le narrazioni fiabesche sono esattamente come i Vangeli, e affermo questo con il consapevole rischio che qualcuno storcerà il naso e urlerà alla blasfemia. Eppure, non può che essere così, perché per chi ha letto i testi sacri e li ha meditati lontano da filtri troppo invadenti, e per chi si è divertito in tenera età a immaginare mondi mentre era in ascolto di fiabe lette da una persona cara, forse sa cosa intendo dire.

I Vangeli possono essere letti con diverse chiavi di lettura; lo so, qualcuno dirà che l’unica chiave di lettura è quella data dai preti durante le omelie, ma io mi sono sempre riservata il beneficio del dubbio in tal senso, soprattutto negli ultimi tempi. Per me i testi sacri sono di una ricchezza infinita ed è impossibile che si riducano alle robe che raccontano i preti nelle prediche; ho avuto spesso in realtà la sensazione che i preti che, fra le altre cose, sono quelli che avrebbero il compito di accompagnare il fedele nella comprensione dei testi sacri, spesso non sanno proprio di cosa stanno parlando. L’ho pensato talmente tante volte che alla fine, ho perso fiducia. E se invece lo sanno, ma fanno certe prediche, c’è comunque da preoccuparsi.
Ho ottenuto più risposte studiando la Storia dei Santi come Santa Ildegarda, o la Storia dell’Arte Rinascimentale, che ripropone il più delle volte temi di natura mitologica o sacra, che non durante le prediche ascoltate in chiesa fin da quando ero piccola; questa è la verità. Non sto qui a dire che per tutti l’esperienza è la stessa, perché lo sappiamo che ci sono preti e preti; questo è scontato. Si vede che, salvo rari casi, io sono incappata in quelli sbagliati, che volete che vi dica?!
Ma la mia storia è questa. E più capivo l’abisso fra quel che mi raccontava l’arte sacra e il testo sacro e quel che mi raccontavano le prediche domenicali, e più cresceva la diffidenza nei confronti di certi meccanismi. E più crescevo, più capivo e mi sentivo un po’ presa per il culo, diciamolo chiaramente. Non è stato sempre così e non generalizzo dicendo che tutti i “predicatori” sono uguali; ma di certo, gli “addetti ai lavori” che sanno dare un’interpretazione profonda della Bibbia, sono roba rara, se non rarissima. Lo so, posso sembrare iper critica e fin troppo sul filo saccente, ma non importa; prima o poi bisognerà pur chiedersi qual’ è il motivo per il quale nella nostra cattolicissima Italia, più nessuno frequenta le chiese, no?

In realtà, a me di queste questioni tange poco non ho nessun intenzione di sollevare polemiche, quindi la chiudo qui; mi interessa di più capire quel che nessuno mi ha mai saputo, o voluto, spiegare veramente. Per questo mi sono messa a cercare risposte per i fatti miei e l’ho fatto molto presto in realtà, da giovanissima. Ed è così che ho capito che fiabe, miti e testi sacri, non sono stati scritti dall’essere umano; lo so, anche questa è un’affermazione forte che a qualcuno farà rizzare i capelli, ma cerco di spiegarmi meglio.
Questo tipo di testi hanno lo stesso sentore che emana da certi quadri rinascimentali; andate a vedervi un Leonardo da vicino, o un Caravaggio, o un Arcimboldo e poi forse riuscite a capire cosa intendo dire. Oppure andate a vedere il Duomo di Siena, o di Orvieto, o la Basilica di Collemaggio, o mille altre splendide chiese che ci ritroviamo sul nostro italianissimo territorio. Quando dico che l’essere umano a volte produce delle opere d’arte che hanno un sentore di “divino”, intendo dire che “si sente” davvero che è così e in questi casi, è evidente che le capacità dell’artista (scultore, scrittore, musicista, architetto, pittore…) sono andate “oltre”. Ed è la medesima sensazione che si prova quando si comincia ad entrare nel profondo di una Fiaba, o di un passo del Vangelo o nei testi Mitologici. La musica è quello che la gente capisce meglio: sentitevi Bach, per capire, o Mozart o tanti altri.

I Vangeli che preferisco sono quelli di Luca e di Giovanni, perché per qualche motivo, questi sono quelli che mi hanno fatto provare più spesso questa sensazione, ma anche gli altri corroborano queste mie idee; a volte è come se l’uno spiegasse, o definisse meglio l’altro e per capirli occorre leggerli tutti e 4. Idem per i Salmi! Ah, i salmi sono meravigliosi!! Sublimi, secondo me! Leggersi i Salmi sotto le fronde dei larici vi porta in dimensioni altre, credetemi! I Salmi io li leggo a caso; apro il librone dove capita e ci trovo le risposte che cerco, ogni volta; il risultato? Una pace infinita pervade l’aria! Posso anche trovarmi nelle peste terrene più critiche e pesanti, (e vi assicuro che non sto usando eufemismi, vista la mia situazione attuale 😁), ma se me ne sto per un po’ nei boschi a far ste cose, per me il Mondo potrebbe crollare e non me ne fregherebbe niente!! E’ un po’ come provare quella sensazione che i vangeli descrivono con: “Essere nel mondo, ma non essere di questo mondo!” Forse l’ho già detta questa cosa, in un altro post. Ma per capire, invito a provare.

Le fiabe, come i testi di cui ho parlato fino ad ora, sono la narrazione di mondi che qualcuno “che non è di questo mondo” ha ispirato a qualcuno di questo mondo, secondo me, perché non è possibile che testi tanto antichi, si ritrovino simili, se non uguali un po’ in tutto il pianeta. Le fiabe che arrivano dall’Oriente, come Cenerentola, vennero raccontate allo stesso modo in cui vengono raccontate in Europa da centinaia d’anni; come è possibile questo fatto?! Jung lo spiegherebbe come un frutto di quello che lui chiamò “inconscio collettivo”, presumo. E se ci fate caso, esattamente come accade per le fiabe, anche i testi sacri occidentali ed orientali, in moltissimi casi si somigliano e ripropongono narrazioni che se andate bene a fondo alle cose, parlano esattamente delle medesime dinamiche interiori all’essere umano.

Questo tipo di testi sono lo specchio di noi stessi e sono talmente ricchi e hanno talmente tante chiavi di lettura, che ognuno di noi può ricavarne altrettante risposte in merito alla propria esistenza; se qualcuno sta intuendo le potenzialità nascoste di quello che sto dicendo, forse si renderà conto della potenza di quello che sta racchiuso in queste narrazioni. E a mio avviso, non è un caso se nel tempo c’è sempre stato qualcuno che si è premurato di “fare da filtro”, spiegando con prudenza (chiamiamola così) il significato racchiuso in questi testi alle masse. Ma io mi chiedo: ma davvero abbiamo bisogno di qualcuno che ci spighi che cosa dobbiamo provare o non provare dentro di noi quando guardiamo un quadro del Botticelli, o quando leggiamo una fiaba come Biancaneve, o quando leggiamo un passo del Vangelo, o quando ci troviamo di fronte alla magnificenza della Natura!?
Per molti, forse per la maggior parte, la risposta sarà senza dubbio un “Sì”; e non c’è niente di male in questo, ovviamente. Ci hanno cresciuti con l’idea che per godere della bellezza occorre prima sezionarla e renderla un coacervo di nozioni scientifiche, quindi non c’è da stupirsi se non sappiamo minimamente cosa stiamo guardando quando ci troviamo di fronte a una Pietà come quella di Michelangelo; la maggior parte di noi ha bisogno di un’audioguida, o di una guida pagata, perché altrimenti non si sa spiegare di che materiale è fatta la scultura, quanto pesa, perché è ubicata lì, chi l’ha scolpita, quando e in quanto tempo.

Ti spiegano anche perché la Vergine sembra avere la stessa età del Cristo, ma non ti spiegano IL VERO MOTIVO per il quale Michelangelo l’ha scolpita VOLUTAMENTE così. Il motivo lo capisci solo se conosci il vero significato del tema della Morte e della Resurrezione; lo capisci solo se comprendi CHI E’ VERAMENTE la Vergine e cosa rappresenta in una raffigurazione di quel tipo. Lo capisci se vai un po’ a fondo alle cose e non ti limiti ai manuali di storia dell’arte, che sono utili per inquadrare un po’ la questione, ma non sono certo il motivo per il quale un’opera è davvero grande e divina! E questo lo si può trasporre in tutto ciò che è Vera Arte e di conseguenza lo si può utilizzare anche per capire cosa invece NON lo è!
Perché oggi, con sta mania di schematizzare tutto materialmente e razionalmente, si è perso anche il gusto del Bello, di ciò che è vera armonia, di ciò che è equilibrio e piacevolezza. Il dramma vero di oggi è che la gente è talmente ipnotizzata dal nulla e dal brutto, che il bello non lo sa più vedere; questa è l’amara verità. E non sapendolo riconoscere, non ne capisce il valore immenso! Non lo sa valutare per il potere che ha, per il benessere che può portare, per la fonte di evoluzione personale che è!

Oggi, per la maggior parte della gente, l’Arte più elevata è SOLO un’insieme di noiose nozioni da ricordare per fare bella figura se qualcuno ti chiede qualcosa, o per passare l’esame all’università. Perché è solo questo che insegnano e fanno passare nelle scuole e nelle università. E io mi accorgo di questa forma mentale, di questa incapacità di “guardare oltre”, anche quando in qualche escursione, magari in una splendida giornata di sole come quella di oggi, la gente mi chiede quanti metri cubi di legname si possono ricavare da un pino cirmolo, mentre alle loro spalle sta esplodendo il miracolo di un tramonto magnifico, ma loro non lo vedono, perché lo hanno già archiviato in uno dei centinaia di selfie che si sono scattati durante la giornata e che domani metteranno sulle storie di facebook.

Questa incapacità di “vedere” è la stessa che abbiamo maturato in centinaia d’anni in cui qualcuno si è premurato di mettere un filtro ai nostri pensieri quando si tratta di raccogliere la vera Bellezza e per evitare che noi ci specchiassimo in qualche cosa di grandioso, magari rendendoci conto di essere più di quel che pensiamo, in tutti i sensi. Sia mai che qualcuno esca dal recinto del gregge e cominci a dare fastidio con storie che devono rimanere ben camuffate da spiegazioni razionali e ben codificate. E con sta mania di snaturare dei testi che hanno una struttura millenaria, a partire dalle preghiere fino ad arrivare alle fiabe, mi viene il dubbio che si stiano attuando operazioni mirate affinché la gente, se dorme, continui a dormire, perché se c’è un modo per rendersi conto di certe dinamiche e smettere di farsi ipnotizzare, questo passa anche attraverso l’originalità dei testi.
Prendiamo ad esempio una fiaba di Biancaneve che, in nome del politicamente corretto e delle nuove politiche oggi molto diffuse, viene riproposta in un film dove manca il punto cardine della figura maschile; per chi sa leggere la struttura profonda delle fiabe, questa operazione è una vera e propria blasfemia, perché in questa fiaba, togliere il principe azzurro è come togliere lo yang dal simbolo del Tao, o come togliere l’animus dalla teoria junghiana, o come voler costruire un individuo senza l’equilibrio dato dalla sua parte profonda femminile unita alla sua parte profonda maschile, o come voler parlare di consapevolezza senza il fondamentale supporto dello Spirito. Se posso dare un consiglio spassionato, leggete le fiabe nelle loro versioni originali, e tenetevi buone quelle, se ne volete trarre i benefici del caso.

Andare oltre alla mera lettura didattica (ricordo e ribadisco come ho già fatto in precedenza, che i valore delle fiabe non è nelle interpretazioni moraliste) di una narrazione millenaria, significa preservarne la potenza e l’utilità per l’evoluzione di un essere umano. Snaturarne la struttura di base, significa vanificarne gli effetti potenti che essa può avere sullo sviluppo dell’essere umano. Non è un caso se queste operazioni di snaturamento degli archetipi fondanti la psiche umana, si continua a farla in quasi tutte le serie televisive date in pasto alle masse e in molti (fortunatamente non tutti) film cinematografici, anche per bambini.
Farebbe niente, ma io mi chiedo, ma quanto può essere lugubre e noiosa un’esistenza che non sa vedere la reale magnificenza della Natura, perché non sa più utilizzare gli strumenti per specchiarvisi? Eppure, gli antichi l’hanno saputa vedere e ce ne hanno parlato, ce l’hanno raccontata, in mille modi; ma davvero non ce ne sappiamo più accorgere?!! E in tal senso, non c’è da stupirsi se oggi la gente muore letteralmente di noia e depressione!! Ma la libertà da tutto questo, non può che passare da una presa di coscienza che oggi pare spenta, ma che io ho fiducia che prima o poi si desti, se non altro perché è un gran peccato sprecare una vita già fin troppo breve, rimanendo immersi nell’ipnosi e nell’apatia di un’illusione a dir poco grottesca, e che in quanto esseri pensanti (almeno per la maggior parte di noi) non ci somiglia per niente.


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