E’ così! Questo è il Paese dei bonus, dei redditi di cittadinanza, dei cuscinetti sociali, delle partite di calcio e dei pomeriggi passati al centro commerciale, senza pensare a un benemerito niente! Niente che abbia valore, perlomeno. IN generale, (e non vorrei generalizzare 😏, perché poi alcune sporadiche eccezioni ci sono) la gente non ha voglia di pensare, perché pensare è faticoso, è scomodo… a volte addirittura doloroso, soprattutto se ti devi guardare dentro. Invece si vuole vivere la vita degli influencer, dei digital manager che hanno la Lamborghini e gironzolano per Dubai con le escort da seimila € al giorno. E tutto il resto è fonte di lamentela, perché lo Stato non ti permette di comprarti la Lamborghini, il loft in centro e i viaggi alle Tenerife, cazzo! Ebbene, vi voglio svelare un segreto: quelli che fanno gli influencer sono pochi, voi siete la moltitudine adorante, e alla moltitudine non è concesso entrare nei giri dove i soldi abbondano. A meno che non cominciate a pensare, per una volta in modo autonomo, con un po’ di fatica, di concentrazione, di sana immaginazione. Come pensate che ci sono riusciti gli influencer a diventare tanto ricchi? Comportandosi come delle amebe adoranti? Con i balletti su tick tock? Naaah… loro hanno avuto testa, loro hanno avuto l’intelligenza di gestirsi e probabilmente usavano i social solo per trovare spunti creativi, strategie di marketing, corsi di formazione… li hanno saputi sfruttare i social, ma non si sono mai fatti usare, altrimenti non si troverebbero dove sono a fare quello che fanno. Hanno capito che quello può essere uno strumento potente e hanno imparato ad usarlo. Hanno fatto fatica, hanno studiato, hanno pensato con la loro testa, hanno preso esempio dai migliori, ma senza imitarli troppo e alla fine hanno vinto. Mentre voi che aspettate la manna dal cielo stravaccati ai tavolini dei centri commerciali, col muso sui cellulari perché volete capire come si fa a fare soldi e ad avere successo senza fare nulla di creativo; voi che immaginate una vita da sogno senza fare alcuna fatica di pensiero e di immaginazione e vi limitate a mimare cose già viste, cose già fatte; ebbene, voi non ce la farete mai ad arrivare all’obiettivo “influencer”. Ve lo devo dire, perché nessuno ve lo dirà. Perché certi obiettivi richiedono impegno, creatività e un cervello pensante. Non è prevista un’altra via, perché esistono delle leggi precise che smuovono la Natura e l’Universo. Questa non è una ramanzina da boomer; vi sto solo dicendo le cose come stanno. Già è difficile arrivare all’obiettivo se usate il cervello, se ci mettete del vostro, se allenate la mente e la creatività, se riuscite a scavalcare i leccaculo, i protetti, i figli di papà… figuriamoci se ci riuscite pensando per la maggior parte del vostro tempo al calcio, alle tette di Barbie e ai modelli che pubblicizzano i profumi di Dolce e Gabbana e ai regali firmati che volete assolutamente ricevere dai vostri genitori a Natale. Oggi lo stipendio medio arriva sì e no a 1200 € al mese. Non di più. Spesso molto meno. E voi volete le felpe da 2000 €. Le borse da 1600 €. Volete le scarpe da 3000 €. Volete lo schermo gigante da 5000 €. Volete la Lamborghini, a rate, presa a noleggio, ovviamente, a 12.000 € alla settimana. C’è o no qualche cosa che non va, fra le aspettative e le possibilità della moltitudine, oggi? Insomma, io di matematica ci capisco niente, ma vi comunico ufficialmente che stiamo sprofondando lentamente, ma inesorabilmente nella merda e se non cominciamo a pensare ad un piano B adesso, in questo istante, dalla merda non ne usciremo. E ci finiremo tutti, ma proprio tutti, anche quelli che pensano di avere il posto fisso in banca, perché le Banche li sostituiranno con uno sportello bancomat, anche quelli che pensano di avere il posto fisso in qualche ufficio pubblico, perché la tecnologia li metterà da parte. Non è con l’illusione, o con la speranza di stampo cattolico che tutto andrà sempre per il meglio che ci si salva dal peggio. Ve lo dice una che nonostante le precauzioni del caso, ha fatto scelte drastiche con l’intento di crearselo un piano B e che forse ce la sta facendo, nonostante tutto, nonostante ho rinunciato a tutto ciò che per la maggior parte della gente è sinonimo di “sicurezza”. Ebbene, ti comunico ufficialmente che di sicuro, non c’è nulla. Le difficoltà le conosco da vicino, e so di cosa parlo; a scanso di chi dice che sto facendo un discorso ipocrita. Il piano B uno lo cerca solo se si rende conto che non ha alternative, che ha il frigo vuoto nonostante il “lavoro sicuro”, che gli hanno chiuso i contatori di gas e luce e che magari da un giorno all’altro si trova a dormire in macchina. L’italiano medio è così. Non si sposta dalla seggiola del bar, finché non ha più un euro per pagarsi il caffè. E dopo aver cercato nel portafogli, si alza dal tavolino solo quando il bar chiude, che nel frattempo chissà che non passi qualcuno che paga per lui. Intanto si guarda la partita. La zona di comfort non si molla, almeno finché il comfort non se ne va da solo, per forza di cose. Gli italiani sono fatti così e non gli puoi parlare di queste cose, perché s’incazzano, perché non vogliono sentirle. E solo quando davvero non hanno più risorse, allora diventano incredibilmente intelligenti. Ma devono soffrire molto, prima. Ma davvero molto. Devono vedersi togliere i sussidi, i bonus, le partite… devono vedersi senza un euro per fare la spesa, con i figli da mandare a scuola, le crocchette per il cane che non si possono più comprare, la lavatrice che non funziona e senza i soldi per farla riparare, figuriamoci per comprarne un’altra. Però intanto si fiondano nei negozi per prendere i televisori a rate quando c’è il venerdì nero… che se lo chiamano nero ci sarà un perché, no? E li vedi nei centri commerciali a mangiare hamburger, perché costano poco e sono trendy. Intere famiglie ammassate in uno spazio chiuso e caotico a mangiare merda, magari con il sole che splende fuori. Il piano B? Il piano B non si contempla. Si preferisce andare in piazza ogni tanto a urlare, se qualcun altro provvede ad organizzare. Non si sa bene perché, ma lo fanno gli altri; lo faccio anch’io! Non ho tempo per pensare a una strategia; mi limito a seguire la massa… prima o poi qualcosa salta fuori, no? Voglio vedere se non mi ascoltano, cazzo!! Io ho i miei diritti di lavoratore!! Mi rivolgerò ai sindacati, voglio proprio vedere!! 🙄🙄🙄🙄Illusi! I sindacati… non esistono; non so se ve ne siete resi conto. Il piano B? Il piano B è un’opzione da non prendere in considerazione, tranne quando arriva l’acqua che con l’ennesima alluvione tocca il culo, o l’ennesimo sfratto che ti leva anche la casa popolare, o l’extracomunitario che mentre vai a fare una visita dal medico di base, ti fotte l’appartamento e tu non ci puoi più entrare se non dopo un anno… ammesso che hai soldi per pagarti l’avvocato e per fargli causa. Bene, io ti propongo un piano B, ADESSO. Te lo propongo seriamente, concretamente. E gratuitamente. Senza necessità di investimento. Etico, legale, pulito e molto, molto vantaggioso. Ti dico che se mi scrivi, lo puoi valutare. storieselvatiche@gmail.com Ti dico che è praticamente gratuito e senza rischio. Te lo sto proponendo in questo momento; non sto scherzando! Eppure io sono certissima, che tu non lo prenderai in considerazione un piano B, perché ancora il fondo non l’hai toccato… e quando lo toccherai, il piano B sarà oramai sfumato fra le tue illusioni ed i tuoi sogni di essere quello che non sei, di vivere in un Pese che non è quello che pensi, perché non hai colto le opportunità (poche), che la vita ti ha posto davanti per capire, perché hai avuto paura di cambiare, ti sei fermato alla diffidenza, non ci hai messo fantasia, non ci hai messo un po’ del tuo, non hai mai rischiato nulla, non hai mai cambiato nulla della tua routinaria e rassicurante esistenza. Questa è la verità. E se mi sbaglio, allora scrivimi, che ti parlo del piano B. 😌

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Avatar elena delle selve

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18 risposte a “A volte per svegliarsi, occorre picchiare il culo per terra!”

  1. Avatar titti________

    😭amare verità….amare aggettivo non verbo 😅😂-ridendo per sdrammatizzare l, naturalmente
    Italiano medio & comfort zone…

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    1. Avatar Elena Delle Selve

      Purtroppo è così, cara mia. E non se ne esce. Ci si lamenta, ma non se ne esce. Anzi, più ci si lamenta e più si sprofonda. Eppure, io un piano B ce l’avrei. 😏

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  2. Avatar Kikkakonekka

    Hai scritto cose logiche e sensate.
    Purtroppo chi spegne il cervello di fronte alla nullità di oggi, non le leggerà, o se le leggerà non le capirà.
    Mi spiace, mai io sono pessimista, riguardo la deriva culturale odierna.

    Avere come obiettivo oggetti costosi e di lusso è una idiozia che, per fortuna, nessuno della mia famiglia ha mai avuto.

    “I sindacati… non esistono”
    Lo dico da decenni.

    Ciao Elena

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    1. Avatar Elena Delle Selve

      …e pazienza. Che ci vogliamo fare?! Il problema oggi è che la gente è talmente i.mersa nel nulla più assoluto, che quando gli passano le opportunità sotto gli occhi, siccome “in televisione non ne hanno parlato”, non si rendono conto di niente. Così diventano sempre più addormentati dagli incantesimi mediatici e ogni giorno un po’ più poveri. 😔😔😑

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  3. Avatar Le perle di R.

    Hai ragione Elena: nessuno è immune al disastro oggi. Ma il piano B penso che bisogna crearselo da sé, usando la propria testa e le proprie capacità.

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    1. Avatar Elena Delle Selve

      Giustissimo!! Ma occorre anche saper sfruttare le opportunità quando ti si presentano e purtroppo chi è rimbambito dai media, queste capacità le perde. E questo è il dramma!!!!🥺

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      1. Avatar Le perle di R.

        Non credo siano solo i media a farci perdere le opportunità. Credo che in ogni persona esistono dei lati non visibili a tutti, che provengono dalle esperienze infantili o semplicemente caratteriali, che creano delle insicurezze, paure, ecc… E portano la persona a non cogliere le occasioni.

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      2. Avatar Elena Delle Selve

        Verissimo. Quelle di cui parli sono delle convinzioni maturate negli anni. L’unico modo per liberarsi delle convinzioni limitanti è conoscere noi stessi, osservarci, capire quanto agiamo condizionati, o quando sia noi stessi. Ma tu pensi sia possibile fare questo lavoro quando ci si sottopone dalla mattina alla sera ad un bombardamento mediatico che ha l’unico scopo di coltivare in noi le convinzioni limitanti che già abbiamo e di crearne altre? È impossibile liberarsi se si passa la vita negli stadio e davanti agli schermi! Impossibile capire chi si è veramente, cosa si vuole veramente. Ed è una scelta. Si può scegliere se sottoporsi ai trattamenti che ci rimbambiscono, o farne a meno e prendere coscienza. Il primo passo per liberarsi dalle convinzioni limitanti è prenderne coscienza e oggi, pochissimi sono disposti a fare questa fatica, a spegnere cellulari e televisori, a non lamentarsi in continuazione e a cominciare a pensare in modo libero e autonomo. Sono pochissimi.

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      3. Avatar Le perle di R.

        Penso che, come, probabilmente, capita anche a te nella tua vita fuori di qui, l’utilizzo di determinati strumenti è utile per il lavoro, per questioni di casa o anche per svago se si fa un utilizzo consapevole. E, da mia esperienza personale, certi strumenti possono essere anche guardati come “l’occhio” sul mondo che ci circonda, in quanto sono in grado di mostrarci come la società si è evoluta e continua ad evolversi. Ed è giusto dire che bisogna scuotere le coscienze per prendere consapelezza di ciò che è sano in genere e cosa è salutare soprattutto per noi. Però, come dico ogni volta che ci confrontiamo, spegnere, allontanare del tutto non è la via giusta per tutti, ma imparare a riconoscere il bene ed il male per ognuno di noi. E nessuno è in grado di insegnarlo ad un’altra persona. Possiamo impararlo solo noi per noi.

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      4. Avatar Elena Delle Selve

        Ma io concordo con te. Lo abbiamo già detto che la tecnologia è uno strumento utile, se la usi e se non ti fai usare. La stiamo usando anche adesso, qui, ci mancherebbe. Ma un conto è subirla e un conto è farne uno strumento per studio, lavoro e crescita. La moltitudine non è consapevole di COME va utilizzato il mezzo tecnologico e il danno si verifica quando ne diventi succube. E, se permetti, io mi fiderei poco dello sguardo sul mondo che ci raccontano i media. Per chi ha preservato un minimo di logica e di senso critico, è palese il fatto che i media raccontano un Mondo che non esiste e per fini che tutto hanno, fuorché l’etica giornalistica e informativa. E te ne accorgi proprio se usi la tecnologia in modo consapevole e attivo, perché con un po’ di fatica, tutti possono accedere ad informazioni non filtrate. Per sapere cosa succede nel mondo, non affidarti ai telegiornali, ma alla gente che nel mondo vive. E oggi questo è possibile.

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      5. Avatar Le perle di R.

        Dipende da cosa guardi. Ci sono, ad esempio, programmi fatti da persone comuni che cercano notorietà e mettono particolarmente in risalto quello che è la società sociale oggi: i rapporti tra persone. Basta mettere la testa fuori dalla porta di casa e ti rendi conto che lo scontro, il voler esprimere a tutti costi opinioni senza ascoltare il punto di vista altrui… e molto altro sono alla base di questa società odierna. E sei tu a decidere se farne parte, se a te fa bene o meno. Certo, poi, se ti basi su tg, pubblicità, ecc… Sì fa discorso a parte.

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      6. Avatar Elena Delle Selve

        Io non ho la TV, quindi il problema non si pone, ma anche i social tendono a proporti sempre le stesse cose senza che tu lo sappia. Io la gente la frequento a 4 occhi, se voglio capire come la pensa. Il resto è un mondo che non sai mai veramente com’è. Dietro a un’account può nascondersi chiunque. L’illusione r la manipolazione sono all’ordine del giorno e difendersi, credimi, non è facile come si pensa. Anche in video o programmi in apparenza innocui si nasconde spesso una comunicazione che ravvedi solo se sei molto vigile e attenta. E quando la gente si mette davanti a un video, lo fa il più delle volte in modalità passiva, per rilassarsi e lì può arrivare di tutto, senza saperlo. Non puoi scegliere quando sei in modalità ipnotica. Puoi scegliere solo se esporti o meno.

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      7. Avatar Le perle di R.

        La manipolazione avviene anche a quattro occhi purtroppo. Essere vigili è importate sempre, in ogni contesto e situazione. Io osservo molto e ascolto molto e poi traggo le mie conclusioni. In più sono per la libera scelta, perciò non dico mai a nessuno come deve vivere, comportarsi, pensare… Anche se io magari la vedo diversamente da tale persona. In più, ho imparato attraverso le mie esperienze personali che la gente non ha voglia di ascoltare e se ne ha voglia desidera solo sentirsi dire ciò che desidera. Perciò, evito di sprecare le mie energie in parole, azioni… Inutili. “Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”, cara Elena. Spero tu abbia più fortuna di me.
        Buona giornata 🌈

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      8. Avatar Elena Delle Selve

        Io non dico a nessuno come deve vivere, ma mi riservo la libertà di dire quello che vedo e che penso, sempre… Anche se vi sono sordi o non sordi in ascolto. Liberi di sentire o non sentire, per me. Ed è un abitudine che non penso di perdere, perché stare zitti è sintomo di complicità. Di ignavi è pieno il mondo e non è mia natura volerne fare parte. Per me tutti possono vivere come gli pare finché la loro stessa vita non crea danno al prossimo. E l’ignavia è quanto di più subdolo e dannoso possa produrre l’essere umano. Quindi in questo ambito, mi spiace se infastidisce, ma verrà sempre detto e scritto esattamente quel che penso. Se questo urta la sensibilità di qualcuno, pazienza. Non c’è obbligo per nessuno di frequentare ambienti fastidiosi. Se si cerca il politicamente corretto, questo è il posto sbagliato, sono spiacente. Il silenzio per questioni di quieto vivere lo trovo ipocrita. E di ipocrisia si può anche morire, visti i tempi. L’abitudine a nascondere l’evidenza incancrenisce fino a spegnere anche le menti più sveglie e condannare il senso critico solo perché è più comoda l’abitudine all’ omertoso silenzio non è nella mia natura. Ognuno si regola secondo coscienza.

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      9. Avatar Le perle di R.

        Certo che ognuno puo’ è deve dire o scrivere ciò che pensa, ma penso che l’approccio puo’ variare a seconda dei casi. Penso anche che mettersi dietro ad una cattedra per insegnare la vita agli altri sia sbagliato in ogni caso. Perché siamo tutti esseri umani e siamo tutti fallibili. E nessuno di noi ha la verità in tasca. Quando si sceglie la linea della libertà propria e altrui non si puo’ decidere fino a quando, quanto, come e fin dove. Certo è, che se una mia azione, o parola crea danno a qualcun altro bisogna assolutamente ridimensionarsi, ma finché io vivo a mio modo e tu (riferito ad una persona in generale) a tuo modo e nessuno tra noi danneggia l’altro non si ha il diritto né il potere di cambiare la scelta di alcuno. Per me questo è rispetto della persona e della vita altrui.

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      10. Avatar Elena Delle Selve

        Per me questo rispetto è imprescindibile. Ma quel che io dico e penso non ha l’intenzione di danneggiare nessuno. Semmai l’intenzione è quella di dire le cose come stanno. Se vuoi puoi confutare ogni mio punto che ho espresso e possiamo vedere se è fondato o meno. Possiamo farlo. Le mie non sono opinioni. Io osservo e riporto quello che vedo. Lo racconto. E se è fastidioso, mi spiace, ma è la verità. Dire la verità non significa “mettersi in cattedra”. Significa solo riportare ciò che oggi viene tenuto nascosto per questioni di quieto vivere. E a me interessa poco nascondere la verità, proprio perché lo fanno già in troppi e proprio perché è dannoso. E guarda che questa non è la MIA verità. Quella che racconto è la verità dei fatti, la verità oggettiva che in nome del politicamente corretto, nessuno vuole sentirsi dire. Ma il danno non lo fa chi parla. Il danno lo fanno tutti quelli che stanno zitti, o peggio, quelli che raccontano falsità. Nella verità non c’è danno. Può esserci una fastidiosa presa di coscienza. Il danno lo fanno i buonisti, quelli che ci tengono “a non dire” per sottrarsi al giudizio. A me di come mi giudichi e di come mi giudicano interessa poco. Io non cerco il consenso; non mi interessa. Preferisco dire le cose come stanno, anche se a te risuonano come una “lezione in cattedra”. E ripeto: questo è uno spazio libero. Si è liberi di leggere o non leggere. Di frequentarlo o non frequentarlo. Questo è il mio modo. Se ti urta, se lo trovi “saccente” e dannoso, non è neccessario che tu ti sottoponi a tale agonia. 😂 Sono ironica, ma perché ci stiamo dicendo le stesse cose da due giorni e ancora non ho capito perché ritorni su un concetto che ho già spiegato. Se ritieni questo sito dannoso, non lo frequentare. Io non cambio registro in base a una tua opinione personale, mi spiace. Mi chiedi di essere politicamente corretta e ti ho già detto che non è per me. 😏

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      11. Avatar Le perle di R.

        Ho solo spiegato il mio punto di vista per la libertà di parola che entrambe sosteniamo. E mi dispiace se ti senti attaccata, ma il mio intento è quello solo di esprimere ciò che penso, anche se differente dal tuo. Non ho neppure detto che tu sei dannosa o che le tue parole lo sono, e neppure ti sto giudicando. Se ti dò fastidio eviterò di commentare o di seguirti se preferisci. Ma io non ho nulla contro di te. Anche perché non ti conosco e parlo solo in merito a ciò che leggo qui.

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      12. Avatar Elena Delle Selve

        Nessuna occasione è visibile a chi vive in una situazione simile.

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