Sedersi sotto i castagni, dopo queste piogge, dopo che in quota ha nevicato e che anche la terra è fredda, così come l’aria è un po’ gelida e un po’ umida, e con tutti questi ricci che pungono e che fanno fare strani movimenti simili a micro convulsioni agli arti del mio cane, può non sembrare una buona idea. Ma io mi attrezzo, per me e per il mio cane. Ho acquistato molti anni fa un telo impermeabile, imbottito, ma leggerissimo e che ripara dal freddo, dal caldo e dall’umidità. Io e il mio cane lo usiamo sempre, in estate e in inverno, da anni e con gratitudine per l’efficienza di cui è dotato; è impeccabile nel suo servizio. Sono molto grata a chi me lo propose in un negozio di materiale tecnico per la montagna ormai 15 anni fa. Quindi mi metto sotto i castagni, ben coperta, sopra e sotto e con il sole autunnale che finalmente può irradiarsi liberamente, per un giorno almeno… perché le scie chimiche dopo i disastri dovuti al maltempo, sembra si debbano riposare per due o tre giornate, prima di riprendere ad avvelenarci la salute.

Mi metto sotto i castagni più vecchi, quelli risparmiati dalla Tempesta Vaia; lo dico perché se qualcuno pensa di aver raso al suolo tutto, lo deve sapere che qualcosa si è salvato e che sta prosperando, e mettendo germogli rigogliosi ad ogni primavera! Qui le onde elettromagnetiche stentano ad arrivare e io non ho voluto l’antenna per il wifi in casa mia! Non l’ho voluta, perché dormo meglio, mi sento meglio. Il bosco mi protegge, alla faccia di chi l’ha voluto spianare. Il bosco è l’unico deterrente alle onde elettromagnetiche, per chi non lo sapesse. Dove il bosco è fitto, le onde non passano. E il cervello, il cuore, l’organismo lavorano meglio. Quindi per chi non ha la sindrome della refrattarietà a quello che oggi etichettano come complottismo, a chi si informa davvero su quel che sta succedendo, io consiglio di passare qualche ora nei boschi, ogni tanto, per disintossicarsi l’anima e il corpo. Lo consiglio anche a tutti gli altri, ma so già che non lo faranno, perché li vedo che sono lì che sghignazzano, quindi…

Che ci faccio sotto i castagni? Ma è semplice: io ci medito. Un vecchio castagno, una vecchia quercia, un vecchio larice sono i compagni di meditazione che prediligo, da sempre. E poi prego, a volte per ore. Ma non prego come mi hanno insegnato i preti, che in realtà non mi hanno mia insegnato a pregare; prego a modo mio. Comincio col ringraziare e posso andare avanti per diversi minuti, con il tempo che si ferma, con lo spazio che si dissolve. Poi comincio a dire a “quel qualcosa, o qualcuno” tutto quel che mi passa per il cervello in fatto di progetti, di idee, di cose che la mia immaginazione mi fa disporre in bell’ordine dopo le notti passate a sognare. Poi faccio nuovamente ordine. Metto le cose su un quaderno, perché io penso scrivendo. E così ci trovo il bandolo della matassa, di solito, e le preghiere sono esaudite. Lo so già che è così; non ho bisogno di conferme. Le conferme arrivano a tempo debito.

Il senso di tutto questo? Il senso è tentare di dare un senso. Lo faccio di volta in volta, attimo dopo attimo e spesso ho delle rivelazioni, dei lampi di luce. Il lampo più frequente è quello che riguarda una parola magica ed è sempre la stessa, declinata in mille variabili, in mille lingue e in mille modi; la parola magica è AMORE. Alla fin fine, quando tolgo il telo dal terreno che profuma di terra, mentre infilo il profumo di terra nello zaino, è questo che mi porto via. Il senso sta tutto lì dentro, in quella parola e in tutto il bagaglio infinito che si porta dietro. Amore per me stessa, per la Bellezza che mi circonda e che da anni mi accoglie; Amore per il mio cane, per i miei gatti, per il Sole, che splende, ma che non bisogna dare mai per scontato. Amore per le foglie, per i colori, per la pace dei momenti di silenzio, che nei boschi non è mai totale, ma è più una musica; Amore per le forme infinite, per gli occhi piccoli e curiosi che mi osservano e per gli esseri invisibili che io non posso osservare, ma che fortunatamente posso vedere. Amore per la terra fertile, per l’aria fresca, per la neve che illumina il cielo e Amore per l’acqua che scorre in rivoli e in ruscelli e in fiumi. Amore per chi ha ideato e creato tutto, anche i miei simili, che sono la cosa più difficile da amare, diciamoci la verità. Eppure è Amore, anche e forse soprattutto per loro.

Sotto i castagni io ci faccio questo: trovo l’Amore, di solito. Lo so, qualcuno avrà pensato che l’Amore sotto i castagni non si trova da soli. Vero anche questo: un uomo e una donna sotto i castagni possono trovare anche quell’amore che non è solo Spirito, ma per me se Amore deve essere, dovrà essere soprattutto Spirito anche fra un uomo e una donna. Altrimenti è qualcos’altro e a me di fare cose sacrileghe, non piace. Per sacrilego io intendo tutto ciò che non contempla la dignità spirituale, oltre a quella materiale, fra due esseri; se non è presente lo Spirito, per me non è Amore e se non è Amore, allora non lo cerco. In estrema sintesi il senso della vita sotto i castagni e da qualsiasi altra parte, sta in questa parola magica, sia che lo si cerchi in solitudine, sia che lo si cerchi in compagnia.

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