Bene, lo so… può sembrare un argomento palloso, ma ti assicuro che non lo è. Non dopo che avrai capito il motivo per il quale te ne parlo! Io sono stata educata fin da piccola al senso di colpa; anche tu, immagino, anche se non posso esserne certa. Ma ci sono ottime probabilità che sia così, anche se tu forse non ne sei del tutto consapevole.
Lo usano tutti i genitori come metodo di controllo dei figli. Perché? Ma perché è estremamente efficace. Un figlio educato a suon di sensi di colpa è facile da manipolare e il genitore si sente a posto con la coscienza, perché un po’ di manipolazione gli sembra meno grave di una sberla sul culo. E in fin dei conti, anche loro, i genitori, sono stati educati allo stesso modo; hanno preso esempio dalle religioni che, soprattutto in Occidente, sono rimaste in piedi proprio grazie al senso di colpa e al terrore dell’inferno dopo la morte. Se i preti sono tanto ricchi, (e ti ricordo che lo Stato più ricco (in termini materiali) al Mondo è il Vaticano) questo lo devono al sapiente uso del senso di colpa e del magistrale utilizzo del terrore; un essere umano in fin di vita è disposto a far di tutto purché la sua anima non finisca fra le fiamme dell’inferno, compreso lasciare ingenti quantità di denaro e di averi nelle mani del confessore di turno. Ed il confessore, di solito, è anche uno che sa perfettamente come gestire quel denaro e quelle proprietà. Intendiamoci, io non denigro il vero senso spirituale dei sacramenti cristiani, ma mi riservo di avere qualche dubbio sui metodi cattolici. Un tempo la confessione avveniva in pubblico; proprio così! Ognuno si metteva lì e con tutto il fegato che aveva in corpo confessava le sue mancanze all’assemblea, pubblicamente. Questa è storia del Cristianesimo. Poi qualche papa lungimirante decise che no, così non andava bene!! Queste confessioni pubbliche non solo alleggerivano le coscienze e rendevano il popolo meno manipolabile ricattabile, ma non portavano nessun beneficio alle gerarchie alle casse clericali. Quindi si promosse la confessione privata e si decise di istituirla. E fu così che i cardinali confessori dei potenti, re e regine compresi, divennero molto più potenti dei governanti stessi. Perché? Ma perché un segreto condiviso in sede confessionale è pur sempre una leva di potere in mano a chi quel segreto viene riferito, no? E perché un potente dovrebbe riferire i suoi segreti a un confessore, se non spinto dal senso di colpa e dal terrore di finire fra le fiamme dell’inferno?
Ecco, questa è la storia del senso di colpa; quello stesso senso di colpa che per secoli è stato tramandato di generazione in generazione come strumento di controllo di massa. Dopo la paura, il senso di colpa è l’arma per eccellenza utilizzata dai potenti d’Occidente che, è pur vero che avrebbero dovuto occuparsi delle anime della gente, ma che invece, di secolo in secolo si è sempre più occupata solo delle casse vaticane, tralasciando l’aspetto spirituale, perché molto meno remunerativo. Ora, se anche tu soffri di questa malattia, ovvero del senso di colpa, potresti avere in mano la risposta ai tuoi problemi di relazione e non ultimi, anche economici, purché tu sappia che è appunto una malattia mentale. Una malattia che ti hanno inculcato e che è molto, molto contagiosa.
Io ho capito ultimamente che il senso di colpa è moooooolto più diffuso di quanto non pensassi; un vero virus!! Pensavo di essere l’unica che in età adolescenziale ha dovuto fare un lavoro immane per levarselo di torno, perché se avessi continuato ad assecondarlo, non avrei combinato niente nella vita.
Sì perché il senso di colpa ti manda un messaggio chiaro e limpido su te stesso/a ed il messaggio è questo: “Se anche tu vali qualcosa, devi vergognarti di darlo a vedere; se anche tu pensi di meritarti qualcosa di buono dalla vita, dovresti essere umile e vergognarti di questo pensiero; se anche tu pensi di poter essere anche solo un gradino al di sopra di chiunque altro, devi cospargerti il capo di cenere, umiliarti e chiedere perdono per questa tua tracotanza; se tu pretendi di avere una vita migliore di quella che hanno fatto i tuoi nonni e dopo di loro i tuoi genitori, dovresti solo vergognarti di non avere l’umiltà di apprezzare quello che loro hanno patito, di non apprezzare il lavoro duro che hanno sempre fatto per sopravvivere e dovresti solo chiedere di essere come loro, o anche più umile e povera di loro. E se pretendi di avere una ricchezza economica che loro non hanno avuto, dovresti solo farti un bagno di umiltà e ridimensionare la tua peccaminosa bramosia di avere una vita comoda e felice!!”
Questo insegna il senso di colpa. Ti risuona? Ok, a me sì. A me sono state dette cose simili per tutta la vita, anche se forse con parole diverse; a volte bastava un’occhiataccia, quando si passava il segno chiedendo qualche cosa di troppo. E quand’è che mi è venuto il dubbio che qualcosa non andasse? Beh, ero relativamente giovane. Fu quando ho cominciato a leggere i Vangeli per conto mio, senza filtri e senza insegnamenti bacchettoni e giudizi fuorvianti. Ho cominciato a capire che ci hanno manipolato per secoli con la storiella dell’inferno pronto per chi pretendeva di essere felice e di vivere una vita degna; l’ho capito quando ho fatto il confronto fra come vivevano quelli che predicano bene e quello che intimavano di fare a tutto il resto del mondo e la loro condotta. La loro incoerenza mi ha fatto capire che era una grande presa pr il culo! L’ipocrisia, la brama forsennata all’accumulo e al potere perpetrati sempre più apertamente proprio da parte di chi predica “umiltà e povertà come chiavi per il regno dei cieli.” Insomma, per non rendersi conto che ci prendono per il culo, bisogna essere ciechi e sordi, proprio come dice il Vangelo.
E quando ho capito bene tutto questo, ho capito che il senso di colpa è la manipolazione più demoniaca e subdola per eccellenza. Giocare sulle debolezze umane è diventata l’arte sopraffina di chi avrebbe dovuto custodire e diffondere la Conoscenza spirituale per fare evolvere l’Essere Umano. E invece lo hanno tenuto schiavo, relegandolo al ruolo di bestia da soma utilizzata per produrre onori e ricchezze, fino allo sfinimento, mentre loro si fanno e si sono sempre fatti una gran vita da nababbi!
Intendiamoci: la responsabilità non è solo degli aguzzini; non lo è mai. Buona parte della responsabilità sta anche in chi si presta al gioco. Agli ignavi, innanzitutto; a quelli che vedono e stanno zitti. In tal senso la responsabilità è di ogni singolo essere umano che si è sottoposto volontariamente al trattamento in tutti questi secoli. Non importa quanto fosse manipolato, quanto fosse forte il condizionamento; ognuno di noi ha sempre la possibilità di dire no, di dire basta!
Un tempo, quelli che dicevano di no a tutto questo, perché avevano capito, erano pochi e venivano perseguitati fino alla morte; spesso bruciati sui roghi, o impiccati, o decapitati. Insomma, la fine di chi si opponeva non era poi così rosea; eppure lo hanno fatto! E sono stati in molti più di quanti la storia ufficiale vorrebbe farci credere. E oggi dire di no a tutto questo sarebbe anche molto più facile; nessuno ti impicca per questo, nessuno ti brucia sul rogo, nessuno ti ammazza a sassate perché sei un’eretica, o perché sei blasfema, o perché ti sei permessa di leggere la Bibbia liberamente, senza qualcuno che te ne spiegasse il significato, che ti facesse da filtro affinché tu non “travisassi il senso”.
Perché non lo se lo sai, ma un tempo la Bibbia era un testo proibito, che solo i sacerdoti potevano leggere e “spiegare” alle masse ignoranti, terrorizzate dalla superstizione e dalle prediche domenicali. Vai a leggerti il romanzo di Umberto Eco “Il Nome della Rosa”, giusto per farti un’idea su che cos’era la censura di un tempo. Questo valeva per tutti i testi iniziatici. Valeva anche per le fiabe, che però venivano tramandate oralmente, quindi seppero sfuggire meglio alle persecuzioni. E così, per rendere le fiabe “innocue” bastò relegarle al ruolo di “storielle di poco conto… storielle per bambini”, che è poi l’idea che ha delle fiabe la maggior parte della gente ancora oggi. Oggi la Bibbia te la potresti leggere e interpretare serenamente, esattamente come le fiabe, ma nessuno lo fa; per questo hanno reso questi testi liberamente accessibili, o ne hanno travisato il senso con dei filmetti insulsi. Oggi quello che fa da deterrente è l’ignoranza di ritorno, il disinteresse per ciò che ha valore. L’attenzione è catalizzata da ben altro! Ed è per questo che il senso di colpa può continuare a fare le sue vittime senza problemi. Oggi a manipolare le menti ci sono mezzi molto più potenti delle prediche feroci dei Savonarola di turno. Non serve bruciare i libri, oggi, perché tanto, non li legge quasi più nessuno.
E così, qualche giorno fa io ho proposto un modo pulito ed efficace per affrancarsi dalla povertà, ma ho scoperto che pochissimi sono in grado di assimilare un paradigma di questo tipo. E’ stato un esperimento sociale, se vuoi. Ben riuscito, debbo dire. Proprio così; se tu dai in mano alla gente un modo indolore per arrivare a un’entrata pulita e legale senza doversi necessariamente auto fustigare e senza dover espiare le proprie colpe con pratiche al cilicio e lunghi digiuni assoluti, ecco, la gente non li accetta. Perché? Ma perché si sente in colpa. Non è solo diffidenza; è che il loro io non gli permette di ricevere qualche cosa gratuitamente, perché non ci sono abituati; sono abituati a sputare sangue!! E questo fa parte della loro comfort zone (che di zona confortevole ha davvero poco, ma ognuno si sceglie la sua). Perché non ci crede che ci può essere una via d’uscita che non richiede l’espiazione dei peccati. Perché non ci crede che si può avere qualche cosa senza dover necessariamente cospargersi il capo di cenere per la vergogna. E questo è il motivo per il quale oggi nel nostro paese, la gente diventa sempre più povera. Questo è il motivo per il quale la gente nel nostro paese, si vergogna di guadagnare più di quello che è abituata a guadagnare da trent’anni e tratta chi si permette di fare tanto, come se fosse il peggior nemico pubblico in circolazione. Invidia? Sì, anche, ma anche povertà d’animo, soprattutto; è una forma di educazione alla povertà. Se non subisci, se non soffri, non sei dei nostri, quindi sei messo alla gogna.
“Io? No, no, io non ci provo neanche, perché non mi fido. Non ci credo che qualcuno ti possa dare del denaro senza chiederti niente in cambio!” In realtà stanno dicendo a se stessi: “Ma io non me lo merito! Sono troppo poca cosa per poter ambire a tanto! E poi, non ci credo che ti può arrivare del denaro così, senza fare grandi sforzi!! E’ impossibile! Te lo DEVI GUADAGNARE!!”
Questo mi sento dire, perché questo è l’indottrinamento che tutti hanno ricevuto fin da piccoli da quelli che le tasche non si sono mai fatti problemi a riempirsele in abbondanza, soprattutto nella nostra cattolicissima Italia. E questa è tutta gente che non ci prova nemmeno, che non ci mette il naso, perché è stata educata a subire, ad essere serva, come se la povertà fosse un valore, ma nessuno gli ha mai insegnato a ricevere, a sentirsi grata e in grado di ottenere ciò che il Vangelo predica dalla prima all’ultima pagina, ovvero l’abbondanza e la prosperità per tutti gli uomini di buona volontà. Chi ti ha detto che Dio ci vuole poveri e umili ti ha raccontato una balla colossale, prendine atto. E se non mi credi, comincia a leggerti il Vangelo e poi vedi… Gesù non ci ha mai dato un solo esempio sul fatto che la povertà è una virtù! Nemmeno uno!!!
Ma questi hanno capito solo che devono sentirsi in colpa per ogni briciola che raccolgono da sotto il tavolo dei potenti, e non hanno capito che cosa significa essere “uomini e donne di buona volontà”. Hanno travisato il senso, perché gli è stato spiegato che essere uomini di buona volontà significa essere servi, sempre, fino alla fine!!! E non sanno che invece questo è il vero e unico peccato che le Sacre Scritture condannano, ovvero essere schiavi, anziché essere Esseri Umani che colgono le occasioni, per rendere davvero merito e con ogni onore al dono più prezioso che hanno, ovvero la Vita! Onorare i propri talenti, dice il Vangelo, significa onorare il prossimo, Dio e se stessi; chi non si prodiga in tal senso solo perché qualcuno gli ha detto che “deve essere umile”, compie l’unica vera mancanza.
Questo è il vero peccato, perché una vita dopo l’altra sprecata a subire e a fare gli schiavi, è di una pochezza senza fine; equivale a fare la vita di quel servo che non ha speso nemmeno un talento di quelli che il padre gli ha affidato, portando a vanificare il dono che il suo padrone gli aveva fatto. Ed è davvero un peccato, perché la Vita potrebbe offrire ben altro a chi ha un po’ di coraggio per spenderla; se la gente avesse anche solo un briciolo di coraggio in più e sapesse ragionare con la propria testa, anziché con le dottrine inculcate a suon di scarpate di senso di colpa nel culo, si renderebbe conto che il Paradiso lo si potrebbe vivere qui sulla Terra, anziché limitarsi ad arrancare nella mancanza!!
Io rilancio la mia proposta qui (basta che mi scrivi a storieselvatiche@gmail.com e ti spiego in poche parole di cosa si tratta): chi la vuole e saprà cogliere so che saranno pochi, pochissimi, ma non importa; ognuno è giusto che sia artefice del proprio destino. I treni per una buona vita non passano in continuazione. E io, come sempre,
Auguro lunga vita e prosperità a tutti, nessuno escluso.

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