Ho aspettato qui per molto tempo e tu non venivi più; aspettavo te, in silenzio, per ascoltare una melodia che mi guida e perché in te mi riconosco e ho pensato che se non ti ritrovavo sarei stata spersa per sempre. Ti ho aspettato ascoltando il respiro, per capire se si poteva far fare una capriola a questo cuore un po’ stanco, senza fargli troppo male.
Ti ho cercato a lungo e ti intuivo fra la folla, a volte; sapevo che eri vicino, ma non ti conoscevo e non potevo fermarti, non potevo chiamarti con il tuo nome, perché ancora non avevi un nome. Alcune volte ci siamo quasi sfiorati, ma non lo sapevamo. Io ti aspettavo, senza sapere che c’eri già, che ci sei sempre stato.
Non avevi un volto; io di te conoscevo solo la luce degli occhi e sapevo che se l’avessi vista, l’avrei riconosciuta. Alla fine ti ho visto arrivare e ti sei seduto di fronte a me, mi hai preso le mani e mi hai sorriso; io ti ho guardato e ti ho detto che ti aspettavo e tu mi hai detto che lo sapevi, che per questo sei arrivato.
E’ bastato trovare il momento giusto, il posto giusto, la dimensione e la Musica giusta. Ne abbiamo passate tante, io e te: tu nel tuo mondo, io nel mio. Non è stato un caso; il caso non esiste; si tratta sempre di Musica, invece. E nella Musica nulla accade per caso, ma tutto è equilibrio e armonia perfetta.
Il suono impercettibile di un battito che non puoi ignorare, inevitabilmente ti guida e ti riporta a te stessa; e quando due battiti pulsano all’unisono, la Musica è più potente, e prima o poi ci si ritrova da qualche parte a cantare la stessa canzone.
Aspettavo te, mentre ammiravo la tua Anima invisibile danzare sulle corde di questo strumento; ho seguito la mia melodia, perché sapevo che mi avrebbe portato qui, e da allora ho preso a danzare alla tua stessa frequenza; il resto è stata la ricompensa dell’attesa; l’Infinito.


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