PRIMA PARTE
Questa è una storia che, se non fosse vera, potrebbe apparire più incredibile e più pazzesca della favola più fantasiosa, o del racconto fantasy più fantastico. Ma purtroppo è vera, appunto… e se ti posso dare un consiglio, ti invito a sederti da qualche parte in un posto tranquillo per ascoltarla con attenzione, perché è una storia che ti riguarda direttamente e molto, molto da vicino.
E’ la storia della truffa del secolo!! Anzi no! In realtà è la truffa DEI secoli, perché parte da lontano; dobbiamo infatti andare indietro nel tempo di alcune centinaia d’anni. E questa truffa è la più colossale di tutte le truffe per un motivo ben preciso; ebbene sì!! Nessuna truffa è mai stata tanto ben architettata e tanto ben tenuta nascosta per tanto tempo. E l’entità di questa truffa è pazzesca, perché le vittime colpite da tale raggiro sono milioni di persone e fra queste, mi spiace dirtelo, ma ci sei anche tu, così come ci sono stata anch’io, ovviamente.
Questa storia parte da molto lontano, ma noi tenteremo di darci un punto di riferimento temporale preciso: il 18 novembre del 1302. Erano gli anni in cui Dante scrisse la sua Divina Commedia, gli anni del Petrarca, del Boccaccio, preludio dei grandi filologi successivi del Quattrocento, e quindi del 1500 con l’Ariosto, il Machiavelli e non ultimo Galileo e molti altri. Insomma, siamo agli albori di quella cultura umanistica che, a fronte delle novità in fatto di verità storiche che stanno emergendo oggi, dovremmo comunque prendere un po’ con le pinze, perché in questa storia, si sta parlando di truffe fondate sulle menzogne reiterate… e le menzogne storiche sono la base fondante di questa vicenda.
Un fatto però è documentato, perché tutto parte da un documento redatto proprio in quel 18 novembre 1302 per mano di un Papa che si fece chiamare Bonifacio Ottavo. Qui dobbiamo un po’ attenerci ai fatti e non c’è molto tempo per raccontare nei dettagli chi era questo Papa e come arrivò sullo scranno papale, (un articolo a tal proposito, lo trovi sul blog di Storieselvatiche) ma alcune informazioni per inquadrare il personaggio sono dovute. Bonifacio Ottavo si chiamava in origine Benedetto Caetani; nacque nel 1230 e morì l’11 ottobre del 1303, esattamente un anno dopo aver scritto la famosa Bolla Papale, oggetto della nostra storia. Divenne poi papa nel 1294. Proveniva da una potente famiglia, i Caetani appunto, che sfruttarono la carica di Bonifacio per divenire ancora più potenti e ricchi. Prima di diventare papa, condusse studi di diritto presso l’Università di Bologna, specializzandosi, non a caso (perché ricordiamocelo, il caso non esiste), in diritto canonico.
La Bolla Papale che dà il via alla storia che ti voglio raccontare venne denominata Unam Sancta Ecclesia e questa recita: «…nella potestà della Chiesa sono distinte due spade, quella spirituale e quella temporale; la prima viene condotta dalla Chiesa, la seconda per la Chiesa, quella per mano del sacerdote, questa per mano del re, ma dietro indicazione del sacerdote […], la potestà spirituale deve ordinare e giudicare la potestà temporale […], chi si oppone a questa suprema potestà spirituale, esercitata da un uomo ma derivata da Dio, nella promessa di Pietro, si oppone a Dio stesso. È quindi necessario per ogni uomo che desidera la sua salvezza assoggettarsi al vescovo di Roma». In poche parole, tutta questa poesia poco poetica, stava a significare la supremazia del potere spirituale su quello temporale, del Papa sul Re: in caso di inosservanza di quanto decretato dal papa, la pena era la scomunica.
E ancora in tale bolla viene sottolineato che “solo al papa vanno attribuiti i pieni poteri, la cosiddetta plenitudo potestatis. ” Questo fatto non piacque ai regnanti dell’epoca, perché vennero surclassati e privati della supremazia di potere, ma le vicende storiche, seppure sono molto interessanti e ti invito ad andarle a vedere in rete, ci porterebbero troppo lontano rispetto alla storia che ti voglio raccontare qui. Insomma, con questa bolla, tutto il potere, spirituale e temporale, venne da quel momento a trovarsi nelle mani della Chiesa Cattolica. E ad oggi, ti comunico, che fino a un decennio fa, nulla è cambiato.
Ma tu mi dirai: ok, ma cosa c’entra tutta sta storia delle bolle papali del 1300 con la truffa del certificato di nascita che mi riguarda e che è messo in bella evidenza nel titolo di questa storia?! La domanda è lecita; adesso ti racconto che cosa ha implicato questa bolla papale per quanto riguarda la vita di tutto il popolo, compresa la tua, fino ai giorni nostri. Facciamo un salto avanti nel tempo, dunque. Ti vorrei raccontare che cosa è accaduto quando sei venuto al mondo, quando tu, io e chiunque altro è nato dopo quel lontano 1302.
Cominciamo dalle origini, così non ci perdiamo nulla per strada e tu comprendi bene di che cosa stiamo parlando. La storia è molto interessante, credimi; accade dunque che tuo padre e tua madre compiono l’atto d’amore per eccellenza e che danno origine a una nuova Vita. Tu vieni concepito e cresci nel corpo di tua madre. Fin qua, penso sia tutto chiaro. Nasci dopo nove mesi e nasci in un ospedale, molto probabilmente. In ospedale vieni accolto dalle mani di una figura che va subito identificata: è un Pubblico Ufficiale e di mestiere fa l’ostetrica, o l’ostetrico. I pubblici ufficiali che cosa ci fanno in un ospedale, ti chiederai? Beh, in questo caso, l’ostetrica ha un compito ben preciso; REDIGE UN CERTIFICATO DI NASCITA apponendo su tale documento tutti i dati che ti riguardano dal punto di vista della data, dell’ora e dei tuoi parametri biologici. Questo accade dal 1957, quando la figura dell’ostetrica diventa anche un pubblico ufficiale, una facente funzione della Repubblica Italiana, per capirci.
Prima del 1957, solitamente i parti avvenivano in casa e le partorienti venivano assistite da altre donne del paese; la prima registrazione del bambino avveniva presso la sacrestia della chiesa del paese, sui registri della Curia. Io stessa ho avuto modo di visionare tali registri, scritti a mano dal curato di turno. Dopo il 1957, nasce quindi la figura dell’ostetrica come pubblico ufficiale ed è sempre più frequente il parto negli ospedali. Bene, abbiamo detto che questo pubblico ufficiale, appena sei nato ti ha preso le misure e ha riportato tali misure sul tuo certificato di nascita. Ha segnato l’ora esatta della tua nascita, ti ha pesato, ha preso anche le impronte dei tuoi piedi e tutti i parametri di altezza e via dicendo; soprattutto ha segnato se sei nato, o nata sano/a. Quando l’ostetrica, nonché pubblico ufficiale facente le funzioni della Repubblica Italiana, ha finito di compilare il tuo certificato, lo passa a tua madre e glielo fa firmare. Tutto questo accade nei minuti immediatamente successivi alla tua nascita. Mi scuso se ti sembro pedante e ripetitiva, ma questi passaggi li devi memorizzare bene, bene per poter capire tutto il resto.
Ora fai attenzione a questo passaggio; la firma di tua madre viene apposta sotto la dicitura COGNOME e NOME della PUERPERA. Proprio così; sul certificato non c’è scritto nome e cognome della MADRE, ma della “puerpera”. Tu mi dirai:” eh beh, puerpera è un sinonimo legalese un po’ vetusto per definire la madre, no?!” E invece no. La parola puerpera ha un significato ben preciso e viene utilizzato perché significa questo:
PUERPERA = DONNA CHE HA APPENA PARTORITO. Fai attenzione, perché dire puerpera non è come dire madre. La puerpera è una donna generica che ha appena partorito; punto. Ma mettiamo da parte per un momento questo importante dettaglio, perché ne riparleremo più tardi.
Prima ti vorrei spiegare perché dal 1957 entra in campo la figura dell’ostetrica come pubblico ufficiale che fa le funzioni della Repubblica Italiana. Ora ti citerò una Legge che forse già conosci, o forse questa è la prima volta che ne senti parlare: si chiama “Legge dell’Ammiragliato”. La Legge dell’Ammiragliato è quella legge che regolamenta il commercio marittimo. Hai presente no, quando le navi caricano le merci nei porti, poi attraversano i mari e le scaricano in altri porti? Ecco, questo traffico di merci è regolamentato dalla Legge dell’Ammiragliato. Lo so; pare strano citare una legge marittima mentre si sta parlando di bambini appena nati, ma se hai un po’ di pazienza, ti renderai conto che questa storia ha strettamente a che fare anche con il Mare.
Facciamo un altro salto nella storia: la Legge dell’Ammiragliato viene da lontano… ma proprio da lontano nel tempo e nella storia; addirittura dalla cultura fenicia. Come tutti sappiamo, l’Italia, essendo una penisola, è un Paese circondato dal mare; in epoca più recente, quando l’Impero Romano prende piede, si crea il Diritto Romano che regolamenta anche la Legge del Mare, andando a sostituire le vecchie leggi fenice; tutt’oggi è vigente la fonte normativa del diritto romano. Derivano dal diritto romano la Common low e la Civil low; quest’ultima comprende anche il Diritto Canonico, ovvero quella parte di leggi che contemplano anche le bolle papali (delle quali abbiamo parlato all’inizio di questa storia), i concili, le encicliche. Tu mi dirai: ma cosa centra il diritto canonico con il diritto marittimo, o con la Legge dell’ammiragliato? Beh, quando si parla di Diritto Canonico, si parla anche di diritto marittimo e adesso ti racconto perché.
Per capire dobbiamo prendere in mano La Bibbia, precisamente l’Antico Testamento, e ancor più precisamente il Deuteronomio e I Numeri; in questi due capitoli vengono riportate le specifiche di come fin dall’antichità si commerciava; è molto interessante da leggere.
Bene, tali specifiche vengono riportate ancora oggi nella Security Change Commission, ovvero quella Legge che contiene il Codice di Commercio Uniforme, chiamato anche UCC. Nell’UCC, infatti, troviamo dei richiami specifici ai Numeri e al Deuteronomio della Bibbia. Un tempo, le specifiche riguardavano solo il commercio che avveniva via terra, ma con la Bolla Papale Unam Sancta Ecclesia, redatta dal Papa del quale ti ho parlato prima, ovvero da Bonifacio Ottavo, le specifiche che riguardavano il commercio della terra, cominciano ad estendersi anche anche al commercio via mare. E come? Perché? Beh, adesso te lo racconto.
Bonifacio con la sua bolla dice:” La Terra è creata da Dio; il Papa rappresenta Dio sulla Terra, quindi il Papa ha pieno potere su tutto ciò che è sulla Terra, ovvero “La Terra è mia e tutto quello che c’è sopra la terra è mio”. E così il Papa, dal 1302 si è preso tutto ciò che è sulla Terra. Adesso capisci meglio anche perché i re e i i papi si facevano continuamente le guerre; i re scalpitavano, perché volevano la proprietà delle terre, mentre i papi dicevano che: “No! Le terre sono mie per diritto divino! Al massimo a te, Re, do in mano l’amministrazione delle terre!” Tutto questo proprio in virtù del fatto che i papi si professavano proprietari di tutto ciò che era sulla Terra per diritto divino. Ma non finisce qui, perché le terre se le è prese il Papa, ma i mari che fine fanno?
Bonifacio Ottavo non si era certo dimenticato dei mari e nella sua bolla papale cita ancora la Bibbia scrivendo: ” Durante il Diluvio Universale, la Terra era coperta dalle acque e quasi tutti gli uomini sono morti. L’unica Terra ferma durante il Diluvio Universale, era l’Arca costruita da Noè su indicazione di Dio. Io sono il Papa, discendo direttamente da Noè e l’unico uomo vivo sono io. “
OOOK, tu a questo punto mi dirai che Bonifacio Ottavo era uno psicopatico, uno completamente fuori di testa, perché questo tipo di affermazioni, giustamente, ti suonano completamente folli!! Io posso anche concordare con te, ma da un punto di vista giuridico, dal punto di vista del Canone giuridico, cioè, vedi, questa roba regge, sta in piedi e lui lo sapeva benissimo! Un’affermazione di questo tipo non è giuridicamente confutabile. Solo l’uomo giuridicamente vivo può commerciare, può fare contratti. E lui, il Papa, aveva messo per iscritto che era l’unico uomo rimasto vivo.
E sempre giuridicamente parlando, se non sei un uomo giuridicamente vivo, puoi solo dire si o no a un contratto che ti viene proposto. Pensa alle proposte commerciali di chi ti fornisce l’energia elettrica, di chi ti vende una macchina, di chi ti vende qualsiasi cosa; tu puoi solo dire: “si, questo prezzo mi va bene, queste condizioni mi vanno bene, oppure no, questo prezzo non mi va bene, queste condizioni non mi vanno bene”. Ma se non sei un uomo giuridicamente vivo non puoi proporre tu un contratto, non puoi proporre le condizioni. O accetti un contratto esistente, o non lo accetti. Perché? Perché se sei un uomo morto, non hai più capacità giuridica, ma hai solo la “personalità giuridica“. E la personalità giuridica si identifica nella persona fisica, ma non nell’uomo giuridicamente vivo. Il succo di questo discorso è che tutti noi siamo, o PERSONE FISICHE (costrutto giuridico), o PERSONE GIURIDICHE (aziende) e in quanto tali non abbiamo nessuna capacità giuridica. Questo finché non ci opponiamo, ma ne parleremo dopo.
Adesso, PRIMA DI ANDARE OLTRE, devo parlarti di un altro concetto importante, affinché tu possa comprendere bene su che cosa è fondata la truffa di tutti i secoli della quale stiamo parlando, ovvero del TRUST. Il trust è un costrutto giuridico che ti permette di amministrare un BENE, senza perderlo e dando beneficio a una terza persona. IL TRUST del quale stiamo parlando noi qui è COSTITUITO sempre da TRE figure distinte:
- DISPONENTE proprietario del bene (Il papa)
- AMMINISTRATORE del bene (istituito da Niccolò quinto nel 1451 con una Bolla Papale; sancisce l’amministrazione del trust da parte degli Infanti di Spagna)
- BENEFICIARIO del bene (istituito nel 1481 con la terza Bolla Papale che rendono beneficiarie le figure della Nobiltà, quelle che oggi vengono definite le Sette Famiglie, o la Elite Nera…) Ma di cosa sono beneficiari sti nobili? Tieniti forte, perché adesso te lo spiego: sono beneficiari degli Uomini e delle Donne, ovvero di tutto ciò che è vivo e di tutto ciò che è morto.
POTRA’ SEMBRARTI PAZZESCO, MA QUESTO TRIANGOLO CHIUDE TUTTO IL PIANETA IN UN ISTITUTO GIURIDICO, OVVERO DENTRO UN TRUST. Ma questa è anche un’usurpazione delle Leggi Naturali e proprio questo è l’aspetto più interessante. Questo trust è stato inconfutato e inconfutabile fino al 1933.
(continua…)


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